La scomparsa di Rita Levi Montalcini, ricercatrice neurobiologa e senatrice a vita, addolora lasciando un vuoto incolmabile. Nata a Torino il 22 aprile 1909, si iscrisse alla facoltà di medicina laureandosi nel 1936 con il massimo dei voti. L’origine ebraico-sefardita la costrinse ad emigrare in Belgio durante il ventennio fascista, per tornare qualche anno dopo nella sua città natale proseguendo con successo le ricerche neurologiche. Importante il suo contributo nei difficili ed amari anni del secondo conflitto mondiale, entrando come medico nelle forze alleate. Negli anni cinquanta le ricerche condotte la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento nervoso NGF (Nerve Growth Factor) che lei stessa simpaticamente definì molto più di una semplice molecole proteica, senza la quale la vita si ferma e che permette di bloccare l’avanzare dell’alzheimer nei topi. La scoperta le valse l’assegnazione del Premio Nobel per la medicina nel 1986 e di vari riconoscimenti, affermandosi come la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Nominata senatrice a vita il 1° agosto 2001 per aver contribuito allo sviluppo dell’Italia in campo scientifico e sociale, ricoprì l’incarico di socia nazionale presso l’Accademia dei Lincei e membro dei soci fondatori per la costituzione della Fondazione Idis – Città della Scienza. L’attenzione per la società coniugata alla sua irrefrenabile curiosità ha permesso di rompere le catene che avevano volontariamente bloccato lo sviluppo e la crescita della donna, scrigno di immensa potenzialità e intelligenza in una società dominata dalle più fredde e distruttive logiche maschiliste. Donna coraggiosa e determinata, esempio da seguire per le nuove generazioni in un momento in cui il male assoluto del nostro tempo è quello di non credere nei valori, nelle positività della vita, nella cultura, nel mancato pensare al futuro, nel senso di smarrimento e paura che si assapora durante le difficoltà quotidiane, nel non saper affrontare la vita con totale disinteresse della propria persona dimostrando poco interesse verso la tavolozza colorata e variegata del mondo che ci circonda. Sopravviverà forte quello che hai fatto, il messaggio che hai dato. Grazie Rita per averci reso fieri di essere italiani!
Campobasso, 31 dicembre 2012
P/Il coordinamento regionale di PrimaPersona Molise
Anna Spina
Pierluigi Di Tommaso