I confortanti dati SVIMEZ sul Molise vanno contestualizzati nella dinamica delle aziende in crisi e dell’imminente flusso migratorio di giovani e adulti che scappano dal nostro territorio in cerca di lavoro.
L’incidenza dell’export in aumento per alcune attività produttive nei comparti della chimica, dell’automotive e dell’agroalimentare, non compensa il crollo occupazionale dovuto alla crisi di alcune filiere importanti quali il tessile, l’avicolo, il bieticolo – saccarifero o di interi settori in affanno come l’edilizia, il commercio, l’agricoltura e l’artigianato.
Se si aggiunge il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego e la chiusura progressiva di uffici pubblici nazionali, regionali e provinciali, emerge un quadro sociale allarmante al cospetto dei tagli prospettati da Poste Italiane, Telecom, ANAS, Ferrovie dello Stato, Consorzi e Comunità Montane.
In una regione che rischia di perdere la Corte d’Appello ed ha già perso il Comando regionale dell’Arma dei Carabinieri, la lotta per il lavoro assume un rilievo di estrema delicatezza. Non si può procedere al buio senza prestare la giusta attenzione alle vertenze aperte e senza indicare in modo trasparente i percorsi da seguire per dare una risposta ai 71 dipendenti dello Zuccherificio in lotta da 48 giorni, per capire quale sarà lo sbocco occupazionale della vertenza della GAM, per assicurare una prospettiva di reimpiego alle centinaia di operai dell’ITTIERRE, e per riprendere un confronto con i lavoratori licenziati della Molise Dati, di Esattorie, della 3G Active, della DR Motor, dell’Errezeta, della SMIT, FILB, F.A.M.I., S.M.I. e di tante altre imprese finite nel dimenticatoio insieme a chi si è visto ridurre le ore, precarizzare o licenziare nelle mense, nella grande distribuzione, nelle imprese di pulimento, nei servizi socio – sanitari, nel trasporto pubblico locale e soprattutto nel settore delle costruzioni.
Il vero paradosso molisano è lo stato di precarietà dei lavoratori in servizio presso i Centri per l’Impiego che attendono di essere stabilizzati e messi in condizioni di operare con un Sistema Informativo unico in grado di catalogare i disoccupati su una banca dati digitale che non c’è e non si intravede all’orizzonte.
Lasciare gli operai dello Zuccherificio a lottare sotto le intemperie senza essere in grado di sottoscrivere la procedura di mobilità non è un buon segno. Far scadere la Cassa Integrazione alla GAM il 4 novembre e continuare ad annaspare con provvedimenti emergenziali e non avvertire il dovere di approntare misure di politiche attive del lavoro, a cui si è obbligati per legge, non è un buon segno. Non adottare deliberati simili a quelli della Regione Toscana per dare un reddito e delle opportunità agli operai ITTIERRE a cui è scaduta la mobilità non è un buon segno.
SINISTRA ITALIANA esprime solidarietà e sostegno ai lavoratori delle aziende in crisi del Molise, e si schiera al loro fianco nelle azioni di lotta tese ad ottenere delle risposte concrete da parte delle istituzioni nazionali e regionali.
SINISTRA ITALIANA considera un grave errore la bocciatura dell’ordine del giorno presentato da Michele Petraroia nella seduta consiliare sulla GAM perché quel documento si limitava a richiamare il rispetto delle disposizioni della Legge n. 185/2016. Senza il Piano di gestione degli esuberi della GAM, che è una società controllata dalla Regione Molise, validato e condiviso istituzionalmente dalla Regione Molise, il Ministero del Lavoro non potrà concedere la cassa integrazione per 12 mesi, ed i fondi deliberati con la legge ad hoc approvata ieri sera bastano a coprire 3 mesi e non 12 mesi.
Campobasso, 12 novembre 2016
Per il Comitato Provvisorio
Sinistra Italiana Molise
Gigino D’Angelo
Sara Ferri
Angelo Minotti