E’ singolare che per trovare un approfondimento sugli effetti della globalizzazione sui diritti dei lavoratori della FIAT, prendendo spunto da ciò che è accaduto nello stabilimento di MELFI, ci si debba spostare in Argentina dove una schiera di esperti, studiosi, docenti universitari di varie parti del mondo, esponenti ecclesiastici e sindacali, rappresentanti istituzionali, intellettuali e giornalisti indagheranno in un seminario di due giorni a Buenos Aires il tema di 150 di italianità in quel Paese dell’America Latina.
Sempre a proposito di impresa sarà trattata la questione di un’imprenditoria italiana di matrice fascista incardinata sul “non si sciopera mai”, nel mentre verranno affrontate questioni circa l’influsso della religione, dell’internazionalismo, della qualità della democrazia e sulle tutele sociali, sindacali e civili.
Colpisce che in un periodo in cui in Italia ci si arrocca nel timore di perdere il benessere acquisito perseguendo e discriminando poveri, immigrati, profughi e rifugiati, dall’altra parte del Mondo ci si ponga il problema di studiare i riflessi della cultura italiana non solo per i 150 anni trascorsi ma per quella che potrà essere la sfida del futuro con il difficile equilibrio tutto da ricercare tra globalizzazione e democrazia, internazionalizzazione dei capitali e abbassamento delle tutele per i diritti dei lavoratori, e tra libertà individuali e libertà collettive.
L’Italia trovi il coraggio di riaprirsi al confronto e al dialogo prima di tutto con gli 80 milioni di oriundi italiani sparsi per il pianeta e poi con tutte le altre culture ed economie del mondo, al fine di ritagliarsi un ruolo in linea con ciò che nella storia è stata in grado di offrire all’umanità, come conferma anche questo evento rilevantissimo di Buenos Aires.
Campobasso, 29 marzo 2019
P/L’Associazione “Giuseppe Tedeschi”
Michele Petraroia