In Molise risultano censiti 375 edifici scolastici, di cui 281 di proprietà comunale e 76 provinciali, il 5,7% sono in fitto, l’1,7% è di proprietà di istituzioni religiose ed il 4,1% di società o fondazioni. I dati della popolazione scolastica 2015 sono 13.466 bimbi alla scuola dell’infanzia, 15.189 alle elementari, 7.242 alle medie e 5.389 alle superiori per un totale di 41.286 alunni e studenti. Gli edifici scolastici molisani ubicati in aree a rischio sismico sono 364 e di queste 80 sono collocate anche in aree a rischio idrogeologico. Il 50% degli edifici scolastici è stato costruito tra il 1921 ed il 1960 e solo il 40% risulta costruito dopo il 1976. Solo 175 edifici sono in possesso del registro infortuni nel mentre si sono verificati 521 incidenti a scuola per gli studenti nel 2014 e 456 nel 2015, 76 per gli insegnanti nel 2014 e 64 nel 2015. 175 edifici scolastici molisani sono privi di certificato di collaudo statico, 241 sono privi di certificati di agibilità/abilità, 217 sono privi di omologazione della centrale termica, 145 sono privi di certificato di impianto elettrico, 227 sono privi di certificato antincendio, 200 edifici sono privi di denuncia impianto messa a terra ai sensi del DPR 547/55, e in 97 edifici scolastici per i diversamente abili sussistono problemi di accessibilità. Il Molise col 93,7% supera la media nazionale dell’89,9% per le scuole dotate di un Documento di Valutazione Rischi ma sconta un ritardo nella immissione dei dati, da parte degli enti proprietari ed in primis di comuni e province, sulla piattaforma digitale nazionale dell’Anagrafe degli edifici scolastici del Ministero dell’istruzione. La riflessione amara è che a distanza di 14 anni dal terremoto di San Giuliano di Puglia solo nel 2014 è stata avviata la costituzione di un sistema di monitoraggio regionale che si è avvalso dell’apporto della Regione Toscana e della Provincia di Pisa per dar vita all’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica in Molise. Oggi grazie a questa collaborazione anche nella nostra regione c’è un’anagrafe degli edifici adibiti a scuole con una certificazione capillare, struttura per struttura, che consente di applicare il disposto della legge 221/2012 che ha sottratto la competenza sulla costruzione delle scuole al Ministero dei Lavori Pubblici e lo ha attribuito giustamente al Ministero dell’Istruzione, evitando in tal modo gli scandalosi finanziamenti di strutture scolastiche in comuni senza bambini a danno degli alunni di altri centri costretti a studiare in scuole insicure. Per far funzionare il nuovo modello e renderlo efficace serve pianificare nel medio-termine la costruzione delle scuole in base all’andamento demografico della popolazione scolastica, implementando di dati l’Anagrafe Regionale degli Edifici Scolastici e la Piattaforma Digitale Nazionale presso il Ministero dell’Istruzione, finanziando la messa in sicurezza o la realizzazione di scuole sicure sul territorio in base alle reali esigenze degli alunni e non alle spinte localistiche artatamente sostenute da amministratori poco avveduti e da tecnici ed imprese pronte a speculare su qualsiasi finanziamento pubblico. Su tematiche di simile delicatezza serve correttezza, responsabilità, unità d’intenti e programmazione. Il 21 settembre scorso interrompendo in un evento pubblico a Roma un esponente del Governo che con troppa approssimazione attribuiva ai territori le responsabilità di una serie di ritardi nella messa in sicurezza delle scuole, ho avuto modo di replicare che i finanziamenti dell’ultimo biennio su scuole belle o scuole innovative sono state decise a Roma sulla testa delle comunità locali. A che serve l’Anagrafe Nazionale e Regionale degli Edifici Scolastici se il Governo assegna i finanziamenti a singole scuole molisane in base a criteri discutibili contestati unanimemente da tutti gli Assessori Regionali all’Istruzione ? E’ vero che ci sono responsabilità locali nella messa in sicurezza delle scuole per i paesi terremotati del Molise e messi in prima pagina nel Rapporto Nazionale di CittadinanzAttiva presentato lo stesso giorno al cospetto del Ministro Marianna Madia, ma perché trascurare che il Commissario per la ricostruzione post-sisma era un Organo che rispondeva al Presidente del Consiglio dei Ministri per le proprie scelte e non al Consiglio Regionale ? E la scuola di Amatrice venuta giù come un castello di carta il 24 agosto dopo una serie di interventi di messa in sicurezza ? La questione di una scuola sicura in un territorio sicuro ha a che fare con un mutamento culturale profondo che poggia con un senso di responsabilità diffuso ad ogni livello. Oggi se si implementando i dati dell’Anagrafe Regionale da parte di Province e Comuni si può accertare dove vanno fatti gli interventi più urgenti destinando a questi i finanziamenti disponibili in modo trasparente e tracciato. Se si incrociano i dati sulla popolazione studentesca e sulle strutture scolastiche si possono pianificare nuove costruzioni effettivamente utili senza sperperare denaro pubblico, e garantendo la salvaguardia dell’incolumità ai ragazzi, ai docenti e al personale scolastico. Chi non si muoverà in questo solco potrà continuare a commettere errori a Roma, a Campobasso o nel proprio Comune, e probabilmente alimenterà un circuito affaristico e clientelare che gli darà forza per conservare il proprio potere, ma alla prossima calamità naturale sappia che nessuno è al sicuro, nemmeno chi specula su materie di tale delicatezza.
Campobasso, 29 ottobre 2016
Michele Petraroia
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