Anche l’ultimo atto della cattiva scuola di Renzi e Gentiloni è compiuta. I decreti, salutati come un’iniezione di civiltà per il Paese, portano invece a compimento il disegno di un ritorno al passato: un’organizzazione piramidale e un modello competitivo fatto di classifiche tra le scuole, tra le docenti e i docenti, tra le alunne e gli alunni.
Questa, così definita, riforma epocale, per lo più a costo zero, è in realtà ben poca cosa e rischia di produrre effetti negativi nel corpo profondo della scuola. Negli spazi di democrazia interna, minati per sempre dall’idea della chiamata diretta; nella sua funzione sociale, colpita dalla riconferma dei voti e perfino dalle bocciature nella scuola primaria e rinnegata da un assetto che tende a confermare destini sociali; nella capacità di inclusione, su cui si tentano operazioni di risparmio.
Noi vogliamo tutta un’altra scuola.
Pensiamo che la legge 107 vada cancellata e che serva tutta un’altra scuola: pubblica, inclusiva, aperta e democratica. Non servono super prèsidi nè ansie classificatorie. Serve una scuola per tutte e tutti e per ciascuna e ciascuno, capace di parlare tanti linguaggi e di rispondere ad altrettanti bisogni e desideri. Serve interrogarsi sui saperi necessari nella società contemporanea e valorizzare la capacità della scuola di innovare e misurarsi con la ricerca e la sperimentazione didattica. Serve una scuola che sviluppi e proponga modelli cooperativi.
Serve prima di tutto scegliere di fare della scuola una priorità politica e il laboratorio di una società diversa.
Sinistra Italiana promuove per il 12 maggio a Roma un confronto su questi temi, e vigilerà sul rispetto effettivo delle assunzioni annunciate in queste ore, in modo tale che non si registri solo una sostituzione del personale che va in pensione ma che incrementi in termini aggiuntivi l’organico della scuola, correggendo le distorsioni della legge 107 su graduatorie, trasferimenti, chiamata diretta e algoritmi calati dall’alto senza nessun negoziato con le rappresentanze sindacali e con le comunità locali.
Il Molise, da due anni attende l’adozione del nuovo Piano Regionale di Dimensionamento Scolastico che agevolerebbe l’organizzazione del sistema didattico, ed il completamento dell’anagrafe degli edifici scolastici strumento essenziale per la messa in sicurezza delle scuole.
Permane una grave disattenzione della Giunta Regionale sui temi della conoscenza, dei saperi e della modernizzazione delle infrastrutture scolastiche a partire dall’Agenda Digitale, così come la situazione di dissesto finanziario delle Province mette a repentaglio la qualità, la funzionalità e la sicurezza delle scuole secondarie superiori.
Sulla qualità dei percorsi di alternanza scuola – lavoro, sulla certificazione delle competenze, sulla formazione degli adulti e sugli indirizzi scolastici ed universitari, permane sia l’esigenza di rafforzare le strutture tecniche della Regione Molise sia quella di avviare un dialogo con il mondo delle imprese che sappia valorizzare le vocazioni territoriali.
Campobasso, 11 maggio 2017
Michele Petraroia
Tutta un’altra scuola_ le nostre proposte in un incontro a Roma