I sentieri della vita mi hanno condotto a Melfi, la Città della Parità dei Diritti e delle Costituzioni del 1231, con 19 mila abitanti e 10 mila metalmeccanici. Qui in una Camera del Lavoro con 120 anni di storia con una forte impronta socialista, mi accingo a riordinare emozioni, pensieri, ricordi e attività condivise con Renzo Caddeo, Persona tra le più care che ho incrociato sui miei passi. L’indomani del terremoto me lo vidi arrivare da Torino, bastò un attimo, e sembrava ci conoscessimo da sempre. A SAN GIULIANO di PUGLIA pianse i nostri bambini. A MONACILIONI sostenne l’adattamento di un Palazzetto dello Sport che accoglieva sfollati. A JELSI si adoperò per far completare una scuola in sicurezza che inaugurammo l’anno successivo con Guglielmo Epifani. Questo compagno sardo, arrivato adolescente a Torino e assunto in FIAT dove avviò la militanza nella FIOM, nell’autunno del 2002 si muoveva in Molise rappresentando il volto della solidarietà del Piemonte che univa virtuosamente CGIL-CISL-UIL, Associazioni Imprenditoriali, La Stampa, Vescovo e Prefettura. Anteponeva i fatti alle parole, ascoltava, e con sorprendente rapidità con un sorriso, uno sguardo o una pacca sulla spalla, lo vedevo stringere rapporti, prendere un caffè o condividere speranze e apprensioni nel nostro perigrinare tra i terremotati. Mi raccontava del percorso in FIAT e nella CGIL, i primi anni a Torino, l’incontro con Anna, le lotte operaie degli anni settanta, i successivi impegni sindacali, la fede nerazzurra e le attività umanitarie intraprese con Progetto Sviluppo. Grazie a lui arrivarono degli orfani da Kragujevac in Serbia che con i loro coetanei di una scuola di TORO piantarono un “Albero della Pace” in segno di fratellanza universale. La sorpresa più bella fu nell’approssimarsi del Natale veder partire un Pullman da TORO carico di doni con docenti, ragazzi e familiari, diretti a Kragujevac. Insieme ad altri coinvolse anche giovani molisani nei campi estivi a Gerusalemme che miravano ad unire palestinesi e israeliani, e mi spronò a raggiungerlo a Torino per recarci in Francia a Lione ad una conferenza di pace sul tema, promossa dai sindacati europei. In una di quelle estati un volontario venne accoltellato a Gerusalemme e a Ferragosto ci ritrovammo afflitti e senza parole a Monterotondo (Roma) tra bandiere della pace e lacrime amare. Il nostro cammino è stato costellato da giorni bui e da tanti eventi ricchi di umanità. Fu Renzo a promuovere il raccordo con l’ANPI del Piemonte e a coinvolgere le scuole e le istituzioni locali a Centallo di Cuneo e a Livorno Ferraris (Vercelli) in manifestazioni in cui ricordammo Giuseppe Barbato e Mario Brusa Romagnoli, due giovani partigiani molisani uccisi dai nazifascisti. Diverse le occasioni in cui, grazie al suo dinamismo abbiamo avuto l’opportunità di accogliere in Molise Vincenzo Scudiere, Mario Borgna, Sergio Negri, Beppe Calvo e delegazioni della CGIL o dell’ANPI. Fatta amicizia a JELSI, il paese della Festa del Grano, si inventò un gemellaggio con Savigliano, il paese della Festa del Pane, e dal Molise partì una motrice e rimorchio per far arrivare in Piemonte un castello realizzato con spighe e chicchi di grano, con a seguito un forno trasportabile da usare per unire anche a tavola le due comunità. Nel 2005, una Jelsi vestita a Festa per il Bicentenario, con 2 mila emigranti rientrati da ogni angolo del mondo, lo nominò Deputato d’Onore di Sant’Anna, e Renzo sfilò davanti le traglie tradizionali col costume sardo dopo aver accolto, a nome della comunità jelsese, delegazioni giunte dal Piemonte, da Taranto e dalla sua Sardegna. Cordiale, allegro, spontaneo si trovava bene in ogni ambiente e con qualsiasi interlocutore. Come i nostri emigranti aveva fatto suo il motto: <Ci vediamo a Sant’Anna>, ed il 26 luglio ci raggiungeva portandoci umanità e amicizia. Ci spinse ad organizzare un Pullman e ci aspettò in Val di Susa per mostrarci la Sagra di San Michele e far esibire un nostro gruppo in un evento sulle maschere zoomorfe a Mompantero, così come salì in macchina e accorse in Alto Adige per condividere da deputato jelsese la consegna di una riproduzione con spighe e chicchi di grano della chiesa di S.Anna di Val Sarentino. Con destrezza nei successivi eventi conviviali mi aiutò a non sfigurare col Governatore Luis Durnwalder girando ad altri i boccali che mi porgeva. Custodirò la freschezza del suo sorriso nel mio cuore e mi resterà impressa la soddisfazione del suo volto quando ebbe l’opportunità di farmi visitare Musei il suo paese natale nel cagliaritano, sorprendendomi con una visita ad un Petraroia che dal Molise era emigrato a Iglesias dove aveva seguito gli orfani dei minatori. Renzo era e resterà per sempre un compagno meraviglioso e un dirigente sindacale dal tratto umano che ha testimoniato con la sua vita gli ideali del socialismo di Filippo Turati e Sandro Pertini. Impossibile dimenticare i suoi gesti. Saputo che un operaio edile di Campodipietra (CB) era a Torino da un anno per un complicato trapianto di fegato, si fece dare il recapito e gli andò ad illuminare una Pasqua con un mazzo di fiori e la sua commozione. Dalla Camera del Lavoro della città in cui oggi c’è il più grande stabilimento italiano della FIAT lo abbraccio insieme ai compagni lucani e molisani, immaginandolo a discutere e lottare, da operaio e attivista CGIL, sullo Statuto dei Lavoratori di Brodolini e Giugni, nei reparti della FIAT di Torino dove i meridionali che non imparavano in fretta il dialetto piemontese avevano difficoltà a capire e a relazionarsi. Grazie Renzo per il tuo esempio, per aver amato la vita, Anna, i tuoi figli, la CGIL, la Sardegna, l’Inter e il Socialismo; per averci donato gioia e emozioni, e per aver dimostrato che nulla al mondo vale più di una fraterna ed universale amicizia!
Melfi, 10 marzo 2021
Michele Petraroia