La tornata elettorale si chiude con un centrodestra che regge e recupera posizioni, non solo nei feudi del Molise ma anche a Napoli e Milano dove va al ballottaggio, e con il Movimento 5 Stelle che supera ogni più rosea previsione a Roma e Torino ma non sfonda nella stragrande parte delle città italiane, rimanendo marginale anche nella nostra regione. La sinistra è in affanno, a tratti scompare, salvo l’elezione al primo turno del Sindaco di Cagliari, e là dove si presenta da sola si ferma alle percentuali delle formazioni storiche della sinistra radicale. Il centrosinistra mantiene le posizioni nella maggioranza delle città di piccole e medie dimensioni, e nei capoluoghi di provincia, ad eccezione di Isernia, Trieste, Cosenza e altre località minori. Da una prima lettura del dato elettorale emerge l’affanno del PD di Matteo Renzi che non riesce a staccare Parisi a Milano, resta sotto le previsioni a Torino e Bologna, arriva terzo a Napoli e riesce a portare Giachetti al ballottaggio a Roma grazie alla scelta di Berlusconi di spaccare il centrodestra e non confluire su Giorgia Meloni. L’auspicio politico è quello di non trincerarsi dietro un atteggiamento di protervia indicando le sconfitte degli altri per nascondere le proprie difficoltà. Occorre prendere atto che le liste di Verdini a Cosenza non hanno impedito al candidato del centrodestra di vincere al primo turno, e a Napoli non hanno portato la Valente al ballottaggio perché i voti persi sono stati di gran lunga superiori a quelli acquisiti. Bisogna, al contrario, cambiare linea e recuperare un dialogo a sinistra, non sulla carta, bensì sulle scelte di governo, sulle politiche del lavoro, sul welfare, sul contrasto alla povertà, sulla giustizia sociale e sulla lotta all’evasione fiscale. Solo rilanciando l’unità politica nel centro-sinistra e spostando l’asse verso i ceti meno abbienti, i lavoratori, i giovani e le periferie, si potranno affrontare le sfide del 19 giugno con maggiori possibilità di vittoria. Il Partito della Nazione di Matteo Renzi non sfonda, l’alleanza a destra non paga, la linea degli annunci è ormai inefficace, concentrare tutte le proprie energie su riforme sbagliate della Costituzione seguite solo dal 4% degli italiani lasciando i temi sociali e del lavoro che coinvolgono il 53% dei cittadini nelle mani delle destre e dei 5 Stelle è un errore. Bisogna ripensare la politica delle alleanze e la strategia, senza rincorrere ed emulare gli avversari ma rilanciando, con tratti di innovazione, le proposte dell’Ulivo, del Centro-Sinistra e della Sinistra. Questa proposta meriterebbe l’avvio di un confronto politico anche in Molise, riconoscendo ciascuno i propri errori e riprendendo la difficile strada del dialogo tra l’area centrista e la sinistra molisana. L’unica certezza che ci consegna il responso elettorale regionale è che la divisione non aiuta, a maggior ragione in un territorio come il nostro notoriamente conservatore, e in cui storicamente, hanno sempre vinto le posizioni più reazionarie ed ultra-moderate. Assistere ad una vittoria su larga scala di Sindaci dichiaratamente ed apertamente di destra con due candidati di centrodestra, che unico caso d’Italia vanno al ballottaggio nell’unico capoluogo di provincia dove si votava, obbliga tutti a riflettere superando particolarismi, personalismi e aziendalismi di varia natura. La sconfitta non può rimanere orfana. Ciascuno riconosca la propria parte di responsabilità e contribuisca a creare i presupposti per un centrosinistra unito che cambia linea e vince anche in Molise.
Campobasso, 6 giugno 2016
Michele Petraroia