Le Politiche sociali richiedono oggi un approccio differente rispetto all’ultimo quinquennio dove si è assisto ad una frammentazione delle competenza e ad una disarticolazione degli interventi tra più Ministeri e diversi Dipartimenti. E’ necessario adottare una “politica organica” degli interventi sociali, anche se articolati in più settori di attività, dai minori agli anziani, ai giovani e alla famiglia alle politiche integrate con la salute e la scuola per la non autosufficienza e per il lavoro, per non disperdere e duplicare risorse finanziarie ed umane.
La ricomposizione e la unicità di interlocuzione deve consentire a Regioni e ad Amministrazioni Locali una programmazione sistemica, che analogamente al sistema sanitario traguardi in un Patto per il Sociale con cadenza triennale e con un uso condiviso delle risorse economiche tra i diversi livelli di Governo, per consolidare il sistema dei servizi e permettere economie di scala.
Il risultato del Patto per il Sociale tra Governo, Regioni e Autonomie, deve portare:
1. inserimento nel nuovo Documento di Finanza Pubblica (DFP) del Fondo nazionale Politiche Sociali con stabilità incrementale, almeno triennale, con la confluenza in esso di tutti i finanziamenti, disarticolati e spesso irrisori (Fondo politiche giovanili 2013 inferiore a 4 milioni di euro), che nell’ultimo quinquennio non hanno permesso né una programmazione organica, né una stabilità dei servizi, sottolineando anche l’impegno del Governo assunto nella Conferenza del 6 febbraio 2014, di reintegrare la riduzione del FNPS di 17.381.987 milioni di euro accantonati in attuazione dell’articolo 2, comma 1, lettera c), del decreto- legge 28 gennaio 2014, n. 4 in corso di conversione;
2. al consolidamento del Fondo Nazionale per la Non autosufficienza che affiancandosi al Fondo Sociale, permetta politiche integrate con il sistema salute;
3. alla realizzazione di una Governance che valorizzi al massimo il principio di sussidiarietà anche orizzontale, nei confronti del terzo Settore e delle Organizzazioni sociali, con rapporti armonici tra i diversi livelli di governo, rispettosi delle competenze costituzionali, per un’operatività comune che migliori la qualità dei servizi
4. alla massima valorizzazione all’interno della Programmazione Europea 2014/2020 (Accordo di Partenariato) dell’Obiettivo 9 (Inclusione sociale e lotta alla povertà) per consolidare anche sotto questo profilo, politiche integrate per l’assistenza ai minori (nidi) ed il lavoro di cura per la non autosufficienza, che, accanto alle misure di contrasto alla povertà, porti ad intensificare le misure occupazionali per le fasce deboli, le donne e i giovani, essendo il “mercato sociale” una forte occasione di impiego, come dimostrato da diversi studi di settore.
Solo nella dimensione indicata potranno maturare ed evolversi le azioni già intraprese per razionalizzare gli interventi sociali che hanno portato all’individuazione dei Macro livelli/Obiettivi di servizio, condivisi anche con le Autonomie e con il Governo, per continuare il percorso verso l’adozione dei costi standard, che agevoleranno ulteriormente le azioni di riordino e la razionalizzazione della spesa, cui dovrà concorrere, in analogia con la spesa sanitaria, l’esclusione della spesa sociale dal Patto di Stabilità