Alla cortese attenzione :
Presidente del Consiglio dei Ministri
Dott. Matteo RENZI
Palazzo Chigi – R O M A
p.c. Presidente della Camera dei Deputati
On.Le Laura BOLDRINI
p.c. Presidente del Senato della Repubblica
Sen. Pietro GRASSO
Esimio Presidente,
condivido il Suo appello ad abbassare i toni della campagna referendaria evitando forzature propagandistiche finalizzate a strumentalizzare un argomento, umiliare un territorio o prendere di mira un’istituzione regionale, pur di acquisire con una battuta ad effetto un ritorno elettorale. Nel corso delle ultime settimane, a più riprese, ha ritenuto di derubricare la mancata adesione di gran parte dei Consiglieri Regionali del Molise al Referendum sulle modifiche costituzionali, per timore di una riduzione delle indennità stante l’obbligo di adeguarle a quelle del Sindaco di Campobasso. Al solo scopo di chiarire i termini della questione, puntualizzo che tra i 6 mila euro di indennità lorda prevista per il Consigliere Regionale del Molise, ed i 4.870 euro lordi del Sindaco del Capoluogo sussiste un’oggettiva differenza pari a 1.130 euro lordi mensili, che moltiplicati per 21 Consiglieri sommano l’importo di 23.730 euro al mese e a 284.760 euro annui. E’ indubbio che in caso di affermazione del SI in Molise ci sarà questa riduzione dell’indennità a beneficio delle casse statali, ma ho il serio timore che in base al medesimo parametro i Consiglieri Regionali di Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania, Liguria e di buona parte delle restanti regioni italiane percepiranno un’indennità superiore perché i Sindaci delle città capoluogo percepiscono indennità rapportate al numero degli abitanti e quindi più elevate di quelle del Sindaco di Campobasso. Chiarito sul piano aritmetico che l’argomento utilizzato si traduce in un aumento della spesa pubblica e non in un risparmio, rimane sul piano politico un Presidente del Consiglio dei Ministri che nell’esercizio delle proprie funzioni, al cospetto di milioni di italiani, e in più circostanze, esprime un giudizio non positivo su amministratori regionali non allineati con la propria posizione. Il Presidente Monti nell’esercizio delle proprie funzioni propose una normativa, tempestivamente approvata dal Parlamento, per ridurre le indennità di tutti i consiglieri regionali italiani, facendo parlare gli atti e rispettando gli altri livelli istituzionali. Se si intende perseguire un obiettivo, e si è al Capo del Governo da 1000 giorni, e si è a Capo del Partito di Maggioranza, si predispongono e si adottano provvedimenti amministrativi in linea con i propri convincimenti, ivi compresa la proposta di semplificare, ridurre o accorpare le 20 regioni italiane se lo si ritiene necessario.
Nessuno, e tanto meno la Regione Molise, e men che meno i 4 parlamentari molisani, avrebbero potuto limitare il potere d’iniziativa del Presidente del Consiglio dei Ministri su tali materie. Al contrario ci si sarebbe trovati al cospetto di provvedimenti di riordino normativo, legislativo e finanziario, a cui attenersi, da recepire in termini vincolanti nel proprio ordinamento secondo scadenze rigorose, al pari dei Decreti varati dall’allora Premier Mario Monti. Non aver esercitato tale prerogativa è stata una scelta, non aver votato a favore della proposta di legge sulla riduzione delle indennità dei parlamentari è stata una scelta, non aver predisposto alcun atto sulla riduzione del numero delle regioni italiane è stata una scelta, aver deciso di concedere il bonus cultura o il bonus bèbè a tutti e non solo a chi è meno fortunato è stata una scelta, così come non aver diminuito la spesa sugli armamenti o quella di dotare la Presidenza del Consiglio di un nuovo aereo dal costo di 165 milioni di euro. Politicamente non ho condiviso l’abrogazione dell’art.18, la riforma della scuola, le modifiche costituzionali, il taglio dell’IMU o di altre imposte a chi detiene redditi alti, e ne ho tratto le conseguenze insieme ad alcuni Parlamentari del PD che negli ultimi 18 mesi, non si sono ritrovati nel progetto del Partito della Nazione che apre a destra e rompe a sinistra anche sul piano culturale. Ma non per questo vengo meno al rispetto istituzionale nei confronti di chi rappresenta il Governo della Repubblica o di chi esercita ad un qualsiasi livello un ruolo di servizio nella Pubblica Amministrazione. Preferisco soffermarmi anche con radicalità sul merito di posizioni politiche argomentando il No al Referendum con i deliberati dell’ANPI, della CGIL, dell’ARCI o di Sinistra Italiana, ma mai venendo meno al rispetto per l’interlocutore che sostiene le ragioni del SI. Sul piano politico ho sollevato e solleverò temi sul taglio di 142 milioni di fondi europei al Molise rispetto al periodo precedente di programmazione, la mancata garanzia delle fruibilità dei livelli essenziali di assistenza nella sanità pubblica regionale, l’arretratezza delle infrastrutture a partire dal collegamento ferroviario con Roma o il mancato completamento della ricostruzione post-terremoto dopo 14 anni dal 31 ottobre 2002. Non mi convince una politica ostentata che non si misura sul merito dei problemi, non considera il pluralismo un valore, e non svolge la propria funzione di ascolto sociale e di sintesi istituzionale. Il Molise è un vaso di coccio tra vasi di ferro con un milione di oriundi sparsi per il mondo e 312 mila residenti, è alle prese con una fuga dello Stato che taglia e razionalizza abbandonando le aree svantaggiate, è oggetto di attenzione della criminalità organizzata e vive una crisi di difficile evoluzione, ma non per questo può essere portata ad esempio in negativo dal Capo del Governo come se fosse la sola eccezione negativa tra tante regioni virtuose.
Saluti sereni
Campobasso, 25 novembre 2016
Michele Petraroia