Al cospetto delle emergenze che assillano il Molise si assiste all’accentuazione di contrasti, conflitti e divisioni, che non aiutano la nostra comunità. Infatti, opposte e variopinte tifoserie, fomentano gli animi, e allontanano la ricerca di una sintesi virtuosa. Così come non mancano i soggetti interessati a lucrare nella baraonda generale approfittando della situazione di confusione che viene alimentata ad arte da chi non ama il Molise e pensa solo a sé stesso. Nessuno conosce i luoghi dove si discute dei problemi più impellenti che attanagliano i cittadini ed è ormai diventata consuetudine rassegnarsi allo svuotamento del Consiglio Regionale come sede di confronto istituzionale. Raramente si assiste a qualche riunione pubblica di una qualsiasi forza politica, nel mentre ci si affida a conferenze stampa per propagandare il proprio operato con una sistematicità degna di miglior causa. Con le sedi di partito chiuse e le sedi istituzionali ferme, ognuno si costruisce un vademecum interpretativo affidandosi al bastone mediatico, alla querela, alla rete virtuale o a qualche episodica riunione territoriale. In una situazione simile e con una rappresentanza sociale che riflette la fragilità generale, il Molise annaspa nella palude tra il ghigno di chi aspetta sulla sponda del fiume che passi il cadavere della regione, ed il sarcasmo macabro di chi è interessato a sostenere che si stava meglio quando si stava peggio. Ci si è avvitati in un meccanismo infernale dove l’io ha spazzato via il noi, e dove pochi furbastri collocati in opposte sponde, pur di non darla vinta all’avversario preferiscono che il Molise affondi nella disperazione e scompaia dalle carte geografiche. Una mentalità accattona perpetrata da una borghesia invidiosa che si è arricchita negli anni della mangiatoia bassa,e che non ha mai messo al primo posto il bene comune, l’interesse generale ed il progresso della nostra terra. Da esponente minoritario di quella cultura di sinistra che ha sempre anteposto l’attenzione per la risoluzione dei problemi dei cittadini al gioco di parte, auspico una coraggiosa inversione di rotta da parte di tutte le rappresentanze politico-istituzionali della nostra comunità. Il confronto sostituisca le urla, si ritirino le querele, si restituisca un ruolo alla funzione dei partiti, si individui nel Consiglio Regionale una sede di mediazione e di sintesi tra gli opposti schieramenti, si valorizzi il confronto con i sindacati, con i comuni e con gli ordini professionali. Si rispetti la terzietà degli organi di informazione e ci si misuri nel merito sulla soluzione delle questioni più spinose aprendosi al contributo della società civile e delle associazioni. Si scelga e si pratichi la democrazia chiamando tutti a mettere sul tavolo proposte concrete per la soluzione delle emergenze aperte, evitando spot pubblicitari ingannevoli sia da una parte che dall’altra. Dal 1 settembre scompare la Legione Carabinieri del Molise e per tutti dovrebbe scattare il campanello d’allarme sul superamento della Corte d’Appello. Il Governo Renzi non ha aiutato il Molise come confermano anche le recenti impugnative della legge finanziaria 2016, la mancata firma del Patto per il Sud e l’atteggiamento ondivago sulla sanità. La macchina burocratica regionale interna è allo stremo, l’assistenza tecnica ai fondi strutturali è in balia di rinnovi bimestrali, le province sono in ambasce come dimostra il caos dei centri per l’impiego, e anche diritti acquisiti come gli ammortizzatori sociali o percorsi già definiti come quello sull’area di crisi stentano ad avanzare. La complessità della situazione è tale da richiedere uno scatto d’orgoglio di tutta la classe dirigente regionale come avvenne in passato per raggiungere l’autonomia del Molise e l’istituzione della provincia di Isernia. Essere responsabili non pagherà in termini elettorali ma aiuterà tanti molisani a superare i propri disagi.
Campobasso, 3 luglio 2016
Michele Petraroia