Jenifer Landor Marinelli è nata a Chicago, città in cui il nonno Leonida Marinelli arrivò da Agnone dopo un breve periodo di lavoro a New York. Cresciuta tra Stati Uniti ed Inghilterra ha scelto il Molise per avviare nel 2012 il Progetto : “LIVE AND LEARN ITALIAN” individuando Agnone come sede di corsi di apprendimento della lingua italiana di una o più settimane destinati a persone interessate provenienti da ogni parte del mondo. Con entusiasmo nel nostro incontro di ieri sera in Piazza Libero Serafini mi ha esposto il programma per il nuovo anno anticipandomi il promo che posterà sul sito www.liveandlearnitalian.com intitolato “Le mani di Agnone” in cui vengono esaltate le competenze dell’artigianato locale, la vivibilità, il garbo, l’eccellenza delle produzioni agroalimentari e la ricchezza delle tradizioni e del patrimonio culturale e paesaggistico. Al di là delle positive ricadute sull’economia locale del flusso turistico selezionato da Jenifer in questi 5 anni, questa intuizione ci conferma sia la forza dei legami affettivi degli oriundi molisani e sia le potenzialità attrattive dei nostri borghi che non si stancano di regalarci sorprese incredibili. Chi avrebbe mai potuto immaginare che Coretta Scott King, vedova di Martin Luther King, Nelson Mandela, Bernie Ecclestone, Enzo Ferrari, Barack e Michelle Obama, i più importanti piloti della Formula Uno, Mauro Forghieri, Winnie Mandela o Ferruccio Lamborghini, avessero mai avuto a che fare col Molise ? Ebbene se si va a Trivento in questi giorni si può incrociare Luigi D’Ovidio, un migrante che non ti aspetti, imbarcatosi a 16 anni per il Sudafrica nel 1956 e finito nei box della Formula Uno dal 1961 al 1981 grazie ad un’abilità innata verso la meccanica che gli ha consentito di collaborare, conoscere e stringere amicizie con Niki Lauda, Clay Regazzoni, Emerson Fittipladi, Ayrton Senna, Ronnie Peterson, Jody Scheckter, giornalisti, imprenditori, attori, sponsor, costruttori e case automobilistiche come la Lotus, la Mc Laren, la Ferrari o la Wiliams. Ieri sera con un entusiasmo contagioso mostrava foto, lettere e materiali con Nelson Mandela, campioni del mondo di Formula Uno, ed esponenti di spicco mondiale della medicina, dell’imprenditoria e dell’arte. Un vulcano sempre in movimento da Johannesburg a Durban fino a Lisbona dove conobbe la moglie al Gran Premio Automobilistico del 1969, con tre passaporti in tasca e una rete di amicizie che ogni anno lo porta a Londra per festeggiare insieme a Bernie Ecclestone, la chiusura del mondiale di Formula Uno. Estroso, caparbio e geniale, da bianco si schierò con l’Africa National Congress sostenendo a proprio rischio e pericolo la causa antirazzista fin dagli anni sessanta in pieno apartheid quando un nero che circolava oltre le 17.30 veniva fermato dalla polizia. I tanti collaboratori delle sue aziende lo chiamano a nome, lui gira in jeans e camicia, odia i formalismi e non ama chi abusa del proprio potere a danno di chi non può difendersi. Finanzia orfanotrofi, scuole e cause di beneficenza, e con la moglie scelse di adottare una bimba di pochi mesi costretta ad una disperata e costosissima operazione cardiochirurgia. Oggi Namy ha 19 anni e condivide con le due sorelle tutto ciò che Luigi ha costruito, come ebbe modo di chiarire a Michelle Obama in occasione di una sua visita alla famiglia Mandela dove Luigi è di casa. Più si conosce il Molise fuori dal Molise e più si rimane affascinati da figure preziose che potrebbero offrire gratuitamente e volentieri opportunità incredibili al nostro territorio. Come ha detto Luigi ieri sera basterebbe non fargli una salatissima multa come capitò a lui negli anni settanta quando portò su una Lamborghini per la prima volta la moglie a Trivento.
Campobasso, 15 settembre 2017
Michele Petraroia
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