Grazie Compagni, io penso che la parola sinistra si è sempre coniugata e continuerà a coniugarsi con un altro termine che è quello della generosità, la generosità dei compagni che ci hanno lasciato una testimonianza ideale, valoriale, organizzativa, una capacità che noi dobbiamo saper declinare con un nuovo alfabeto ma senza dimenticare la storia. La storia che parte dal 14 luglio del 1789 fino ad andare più avanti a tutti i sacrifici successivi fino ai nostri giorni. Sapete come cominciarono ad organizzarsi i minatori nel 1844 in Slesia? Si tassarono perché quando morivano venivano buttati in una fossa comune senza nome e cominciò la mutualità perché con i soldi che raccoglievano mettevano una croce con un nome su ogni fossa. Questa è la storia del Movimento Operaio che poi ha costruito il movimento cooperativo nel 1876 a Milano quando ci furono i primi licenziamenti. E fu il Lavoro a dar vita nel 1892 al Partito Socialista e non fu il partito a costruire il sindacato. Quando diciamo chi siamo e chi vogliamo rappresentare dobbiamo essere chiari, vogliamo rappresentare quei cittadini più deboli che chiedono giustamente dignità, rispetto, la possibilità di mandare i figli in una scuola pubblica che funziona e sia di qualità e che se vanno in un ospedale, quell’ospedale deve essere pubblico e deve poter curare gratuitamente i cittadini al di là del censo e dei soldi e chiediamo che non ci sia necessità di aspettare fino a 70 anni per andare in pensione per un lavoratore dell’edilizia o per le persone che fanno lavori usuranti o che hanno cominciato a lavorare a 14 anni. Ma perché questo accada serve attuare quello che ci insegnava Antonio Gramsci: <studiate, perché abbiamo bisogno della vostra intelligenza. Organizzatevi, perché abbiamo bisogno della vostra forza>. E se noi ripartiamo da qui e facciamo una lettura degli ultimi 70 anni, dal ‘45 al 2015, abbiamo 35 anni in cui la sinistra da Togliatti al 1980 ha costruito diritti, lo Statuto dei Lavoratori, la scuola pubblica per tutti, il sistema sanitario per tutti, e dalla sconfitta di Mirafiori in poi ci hanno tolto uno ad uno tutti quanti questi diritti, hanno ristabilito la precarietà e la ricattabilità delle persone e non esiste la libertà degli individui. Se tu non hai un lavoro stabile e sicuro e se non hai un reddito e se sei un uomo ricattabile la democrazia è fragile e stai nelle mani dei più forti e nelle mani dei più potenti. Ma nel ricordare il libero pensiero del movimento internazionale <Nostra patria è il mondo intero, nostro motto è la libertà>, ritorno al ragionamento sulla generosità. Badate, ho avuto la fortuna e l’opportunità di dirigere la CGIL nel tempo in cui con Cofferati abbiamo portato 3 milioni di persone al Circo Massimo, ma oggi si deve partire da ciascuno di noi per rinunciare a qualcosa non in direzione di un tatticismo o di convenienza, perché deve servire a qualcuno del gruppo dirigente per poter difendere uno strapuntino o per andare ad occupare uno strapuntino, ma perché questa necessità di bisogni sociali, non rappresentati all’interno del paese, possano avere una sede plurale dove si possono e si debbono rappresentare. Io l’ ho cominciato a praticare da me stesso. Ero Vice Presidente della Giunta Regionale del Molise, l’ho fatto per due anni e mezzo, avevo sette deleghe. Ho rinunciato perché se devo fare il servo dei padroni preferisco fare il servo degli operai e preferisco ricominciare da capo e preferisco rimettermi in gioco. Però vi dico una cosa, ho un associazione di volontariato con altri compagni da 12 anni, facciamo la colletta alimentare ma su 18 associazioni a Campobasso 15 sono parrocchie, ci stiamo noi e l’Auser. Sul bisogno, sulla casa, sul lavoro, sulla marginalità, sulle dipendenze la sinistra non c’è più e allora o si riparte dai contenuti o stiamo in mezzo alle lotte o ci facciamo noi popolo per lottare e trasformarli in diritti e in provvedimenti legislativi. L’ho detto ai compagni della CGIL, ho partecipato a raccogliere quel milione e trecentomila firme contro il Jobs Act e per la proposta di legge, potete raccogliere anche 20 milioni di firme ma se in Parlamento ci sta Grillo che dice: “bisogna chiudere i sindacati” con quelle firme ci potete accendere il fuoco la mattina Serve rimettere insieme la rappresentanza sociale con la rappresentanza politica. Questo significa che noi ci dobbiamo mettere in discussione ma anche altri soggetti devono mettersi in discussione per fare un ragionamento valido e ripartire dai bisogni delle persone più deboli con la forza e l’entusiasmo che ci hanno insegnato i compagni che hanno rinunciato a tutto ma non alla loro dignità.