L’Ambasciatore d’Italia in Venezuela, Silvio Mignano, nel riscontrare la sollecitazione dell’AUSER Padre Giuseppe Tedeschi, dei Sindaci di Toro e di Jelsi, e del Comitato Molise Pro-Venezuela, segnala primi timidi interventi attivati per accelerare il riconoscimento della cittadinanza ed il rilascio dei passaporti oltre ad alcune misure tese ad alleviare le sofferenze ed i disagi dei 140 mila cittadini italiani iscritti all’AIRE e di 1,2 milioni di oriundi figli o nipoti di italiani.
Queste meritorie iniziative istituzionali vanno nella giusta direzione, ma, come ha brillantemente affermato il docente universitario, Franco Cristofano, appena rientrato in Molise dalla città di Acariqua nell’ultima riunione del nostro Comitato: “I tempi della diplomazia non sono i tempi dell’emergenza ed urgenza umanitaria”.
Ciò che occorre è una presa di posizione efficace a livello internazionale delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e dello stesso Governo Italiano teso a tutelare la sicurezza della popolazione venezuelana, a far autorizzare l’arrivo di farmaci, medici e beni di prima necessità per bloccare epidemie, malattie, denutrizioni e patologie collegate.
I Consolati Italiani vanno potenziati per velocizzare il rilascio del passaporto alle tantissime persone che ne hanno diritto e per acquisire le richieste di aiuto per situazioni di estremo disagio avanzate da nostri connazionali in Venezuela.
Insieme a questo forte intervento dello Stato servono misure come quelle deliberate agli inizi del 2000 per la crisi argentina in materia pensionistica, per agevolare chi rientra e per sostenere le loro necessità più impellenti di alloggi, reddito, titoli di studio, cure mediche, riconoscimento della patente, inserimento scolastico e altre urgenze.
Se solo il Molise ha visto assassinare in 8 mesi tre corregionali con passaporto italiano, figuriamoci quale possa essere la situazione in un Paese in cui non si trovano più medicine, non ci sono più beni alimentari essenziali, c’è un’inflazione altissima che ha prodotto uno stato di miseria generalizzata e nel quale c’è un rischio di violenze, sequestri, rapine e uccisione molto elevato.
Bisogna prendere coscienza che la maggioranza degli oriundi italiani non ha le disponibilità economiche per rientrare, e chi riesce a tornare, grazie a sacrifici immani, quando arriva in Molise merita di essere compreso, accolto, aiutato e sostenuto.
Bisogna rompere gli schemi di comuni molisani in cui la metà ed oltre delle case sono disabitate, chiuse e non utilizzate, nel mentre è difficilissimo trovare un alloggio per le famiglie che tornano dal Venezuela. C’è un muro di non conoscenza e in qualche caso di chiusura o arroccamento che complica l’attività dei volontari, delle associazioni umanitarie e degli amministratori che si adoperano per aprire le porte ed accogliere chi è costretto a scappare dal Venezuela lasciando ogni cosa pur di mettersi in salvo e al sicuro.
Domani pomeriggio saremo alle esequie che il papà di Elio Simonelli farà dire nella Chiesa del SS. Salvatore a Toro alle 18.30 per esprimergli e testimoniargli la nostra vicinanza, ma al cospetto di una situazione di pericolo diffuso vissuto quotidianamente da migliaia di corregionali e connazionali in Venezuela è indispensabile moltiplicare il nostro impegno e gli sforzi di tutti.
Campobasso, 07 agosto 2018
P/Il Circolo Auser Padre
Giuseppe Tedeschi
La Vice Presidente
Anna Spina
P/Il Comitato Direttivo
Roberta Iacovantuono
P/Il Comitato Molise
Pro Venezuela
La Portavoce
Lidia De Sanctis
P/Il Comitato Direttivo
Tony Pietracatella