La Città di Foggia e la Capitanata hanno accolto l’appello del Procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro e rilanciato da Don Luigi CIOTTI promuovendo nel giro di qualche giorno una prima risposta popolare alla catena di attentati, bombe e omicidi mafiosi partiti già dai primi giorni del 2020. In piazza i Vescovi, le Scuole, gli Oratori, l’Università, le Parrocchie, le organizzazioni agricole, i sindacati, l’ANPI, diversi amministratori locali con fasce tricolori e gonfaloni, delegazioni arrivate dai territori vicini della Basilicata, Campania e Molise, e tanti cittadini stanchi di vivere in un clima di paura col pericolo di venir coinvolti da esplosioni come quella del 2 gennaio in cui è stato utilizzato un ordigno di guerra con 3 chili di esplosivi. Gran parte dei commercianti anche del centro storico dove non è semplice muoversi hanno avuto il coraggio di abbassare le saracinesche in segno di solidarietà con le Forze dell’Ordine e la Magistratura, scegliendo di schierarsi con lo Stato pur sapendo di andare incontro a possibili ritorsioni. Molte persone affacciate ai balconi o a bordo strada sorpresi dall’imponenza di un corteo aperto da un anziano prete del Nord che incitava la città a riprendersi il proprio territorio si sono uniti ai manifestanti dando un segno di risveglio civile su cui si è soffermato anche Don Ciotti nel suo intervento dal palco. La strada da fare è ancora lunga, La mafia garganica ha risposto con un nuovo ordigno ad Ortanova all’Iniziativa di ieri sera, e per il futuro sarà necessario che chi a Campobasso impreca contro i clan della droga di San Severo o che a Termoli e in Basso Molise inveisce contro i furti di mezzi agricoli, caporalato e attentanti intimidatori provenienti dalla Puglia, scelga di unirsi alle popolazioni della Capitanata per liberare quel territorio dalla piovra mafiosa. Non è solo una loro lotta.
Campobasso, 11 gennaio 2020
Michele Petraroia