Le barbarie di queste ore ci spingono a schierarci senza tentennamenti al fianco dei francesi che domani sfileranno a Parigi insieme a tanti europei per rilanciare i valori della democrazia e della libertà contro ogni tentativo di riportare la storia agli anni bui dello scontro, della violenza efferata e dell’egemonia del pensiero unico imposto con la forza, con la guerra o calpestando i diritti umani e la dignità delle persone. Prendo le distanze pubblicamente da tutti coloro che anche in Molise, sul territorio, nelle istituzioni e nella stessa struttura regionale, si sono abbandonati a parole di odio, a invettive contro i musulmani e a insulti razziali contro i migranti prospettando uno scontro di civiltà contro 1,3 miliardi di esseri umani che credono all’ISLAM. Guai a cadere in questa trappola ideologica altrimenti ci si condanna ad una guerra che chiama guerra, a morti da vendicare e altri innocenti da uccidere in una spirale infinita. Agli inizi del 1200 il Patrono d’Italia si recò in Terra Santa per costruire percorsi di pace attraverso il dialogo, il rispetto reciproco e la tolleranza. L’Europa vince se saprà difendere la sua libertà senza ricorrere alla legge del taglione dell’occhio per occhio e dente per dente. I terroristi vanno sfidati, contrastati e isolati perché seminatori di violenza, di barbarie e di morte, e non perché musulmani. L’Italia negli anni settanta vinse il terrorismo ideologico di estrema destra e estrema sinistra isolando le frange armate, non rinunciando alla libertà politica, non militarizzando la risposta ma costruendo un’ampia alleanza sociale contro le Brigate Rosse e contro i fascisti dei NAR e di Ordine Nuovo. Il PCI si schierò con fermezza in difesa delle istituzioni parlamentari e insieme alla CGIL pagò il prezzo di propri esponenti uccisi dalle Brigate Rosse, ma quella mobilitazione popolare portò a sconfiggere il terrorismo senza ricorrere alle leggi marziali. Sono rimasto senza parole al cospetto di dichiarazioni, comunicati, post sulla rete o note, in cui si fa di tutt’erba un fascio, come se gli americani avessero considerato agli inizi del Novecento milioni di immigrati italiani tutti mafiosi perché italiani. Le barbarie di Boko Haram o del Califfato vanno contrastate con ogni mezzo, bisogna attrezzarsi per difendere la libertà dal fanatismo, e sarà necessario moltiplicare gli sforzi per proteggere l’Italia e l’Europa, ma senza alcun cedimento dei nostri valori di democrazia e laicità.
Campobasso, 10 gennaio 2015
Michele Petraroia