Nel mentre le associazioni dei familiari dei desaparecidos giunti a ROMA da diversi Paesi dell’America Latina per assistere alla lettura della sentenza sul Piano CONDOR con cui vengono condannati esponenti delle dittature fasciste che assassinarono oppositori e dissidenti, compresi tanti cittadini di origine italiana, come Padre Giuseppe Tedeschi, la scorsa settimana dal 2 al 5 luglio si è svolta presso la Farnesina al Ministero degli Affari Esteri la riunione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.
Tanti i temi affrontati riferiti agli 80 milioni di oriundi sparsi per il Mondo e in particolare ai 5.600.000 connazionali in possesso di passaporto italiano residenti all’estero.
La questione dei nuovi flussi migratori che dal 2000 al 2018 ha visto espatriare 1.893.000 italiani in maggioranza dal Sud e per lo più giovani e laureati, ha visto intervenire diversi rappresentanti istituzionali del CGIE che hanno evidenziato i tratti più complessi di questa nuova emigrazione italiana.
Contestualmente sono stati denunciati tagli alla rete consolare, riduzioni dei finanziamenti per l’apprendimento della lingua italiana e per gli istituti di cultura, difficoltà crescenti per il conseguimento della cittadinanza per figli e nipoti di connazionali dopo l’inasprimento normativo introdotto con i decreti sicurezza e una sostanziale assenza dell’Italia dal contesto competitivo internazionale.
A conclusione dei lavori, tra i documenti finali, sono stati approvati all’unanimità anche alcuni ordini del giorno riferiti all’emergenza umanitaria in Venezuela in cui si richiamano il Governo Nazionale, le Regioni e i Comuni ad emanare provvedimenti straordinari di carattere umanitario per aiutare la popolazione venezuelana e gli oriundi che rientrano nelle terre d’origine delle proprie famiglie.
È singolare, che dopo 4 anni di crisi drammatica, in Italia non ci siano norme agevolative per il riconoscimento dei titoli di studio, delle patenti di guida, delle attività professionali o per accelerare l’iter per la cittadinanza, l’iscrizione scolastica/universitaria e di integrazione socio-lavorativa.
Nessun provvedimento adottato a livello nazionale, al contrario di ciò che si fece con la crisi argentina degli inizi del 2000 e nessun provvedimento significativo adottato a livello regionale o comunale.
Tutto è lasciato nelle mani dello spontaneismo solidaristico meritorio ma chiaramente estemporaneo.
Anche Regioni come il Molise che contano decine di migliaia di oriundi in Venezuela, dopo aver impiegato anni per inserire nella legge di bilancio per il 2019 un esiguo stanziamento per 30 mila euro, anziché trasferire urgentemente queste somme ai comuni interessati per alleviare minimamente il pagamento di utenze, fitti e bollette, non ha emanato le linee guida nei 60 giorni previsti dall’art.25 della legge regionale n. 4 del 10 maggio 2019, non ha convocato, nonostante tre solleciti, alcuna riunione con istituzioni locali ed associazioni, ed ha avviato un censimento che, se tutto va bene, si chiuderà tra un anno, lasciando le persone in difficoltà al proprio destino.
Campobasso, 09 luglio 2019
P/Il Comitato Molise
Pro Venezuela
Lidia De Sanctis
P/L’Associazione
Giuseppe Tedeschi
La Coordinatrice
Roberta Iacovantuono