Giovanni Lastoria seguì la sua famiglia all’età di 9 anni in Venezuela, dove ha completato gli studi e conseguito la laurea in medicina. Professionista affermato, opera con rara competenza nella STATO DI ARAGUA e in particolare nella città di MARACAY, dove vive una comunità molisana costituita da migliaia di emigranti originari per lo più di Toro, Jelsi, Monacilioni, Campodipietra, Gildone, San Giovanni in Galdo e altri comuni della nostra regione.
Giovanni, legatissimo al paese materno di Toro e a quello paterno di Civitanova del Sannio, non è solo un bravo medico ma quello che lo contraddistingue in positivo è il suo impegno volontario e gratuito in favore di cittadini poveri, assistendoli con costanza da oltre 20 anni.
Ebbi modo di conoscere, fortuitamente, il valore sociale della sua attività nel corso di una visita che feci nel 2000 da segretario della CGIL in Venezuela dove, tra incontri con le istituzioni locali e iniziative con le associazioni molisane a Caracas, Valencia e Maracay, insieme al Console Italiano mi recai in una Casa di Riposo per anziani poveri che ospitava nostri connazionali e corregionali. Mi colpì una gigantografia dell’Italia, dipinta su un enorme parete della struttura in cui la Regione Molise era stata tratteggiata di gran lunga superiore alle proprie dimensioni e l’unico centro riportato a caratteri cubitali era TORO, indicato come capoluogo regionale.
Alla mia curiosità risposero gli anziani della Casa di Riposo che avevano voluto attestare, in quel modo singolare, il proprio ringraziamento ad un medico molisano originario di Toro che li assisteva e curava gratuitamente da anni con attenzione e competenza.
Quell’immagine del Molise, bello e solidale, scolpita a migliaia di chilometri di distanza dall’Italia, mi è riaffiorata alla mente nel corso dell’incontro avuto a Campobasso con il Dott. Giovanni Lastoria quando ho avuto modo di consegnargli un riconoscimento sobrio a nome della nostra regione quale “Molisano del Mondo” che ha saputo tenere alta la stima e la considerazione della sua terra d’origine, agendo con una ricchezza umana encomiabile e di meravigliosa bellezza.
Il suo esempio ci conferma i tratti valoriali della nostra cultura gratificando lo spessore di radici profonde di un’antichissima solidarietà da cui non dobbiamo mai discostarci.
Campobasso, 20 ottobre 2014
Michele Petraroia