Oggi ricorre il nono anniversario della morte di Gheorghe Radu, un uomo di 35 anni partito da Dorohoi in Romania, per assicurare un futuro migliore alla moglie Maria e alla figlia Valentina. Un operaio agricolo, residente a Torremaggiore, e disponibile a fare qualsiasi lavoro per costruire una prospettiva dignitosa per la propria famiglia.
Quando ancora era buio, salì su un pullmino insieme ad altri braccianti clandestini dell’Est Europa e alle prime luci dell’alba, del 29 luglio, raggiunse le campagne di Nuova Cliternia a Campomarino per raccogliere e caricare i pomodori.
Ad un certo punto della mattinata, sotto un sole rovente, si accasciò al suolo per un malore, dove venne lasciato agonizzante dai suoi colleghi di lavoro, impauriti dal possibile intervento della polizia e dal conseguente rischio di essere allontanati dall’Italia in base alla legge Bossi-Fini.
Tra salvare la vita di un uomo ed essere rimpatriati gli altri operai scelsero sé stessi e non chiamarono i soccorsi.
Qualche settimana fa, dopo nove anni, il Tribune di Larino ha assolto gli imputati, rinviati a giudizio, decretando che, per la morte di Gheorghe Radu, non ci sono responsabili.
Rispettiamo le Sentenze della Magistratura, ma riteniamo legittime le aspettative di giustizia della moglie e della figlia.
L’Italia ha il dovere di accertare i fatti e verificare se un episodio simile possa essere derubricato a mera fatalità, alla stregua di un incidente stradale o di un infortunio accidentale.
Con il Parroco di Nuova Cliternia e insieme ad alcuni cittadini del posto siamo intervenuti, in più occasioni, a ripristinare la croce piantata nel fosso dove venne lasciato morire Gheorghe, ci siamo stretti ai familiari per portare la vicenda sia in Parlamento che in Consiglio Regionale con più interpellanze, e abbiamo lottato insieme a loro per alzare il velo sul fenomeno del caporalato tra Puglia e Basso Molise al fine di non far ripetere più episodi simili.
Continueremo a batterci in ogni sede perché non cali il silenzio su quella morte sul lavoro e perché venga fatta giustizia per Gheorghe e per tutti i braccianti sfruttati, i lavoratori “clandestini” o “irregolari” (c.d. lavoro nero) e migranti che ogni giorno vengono utilizzati nelle campagne meridionali, molisane e pugliesi.
Campobasso, 29 luglio 2017
Il Presidente
Maria Perrotta
La Coordinatrice
Elisabetta Brunetti