PRESERVARE E VALORIZZARE L’AZIENDA SPECIALE “ MOLISE ACQUE “. APPELLO ALL’ANCI E ALLA LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI PER SEGUIRE L’ESEMPIO DELLA GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO DEL COMUNE DI NAPOLI.
L’acqua è uno dei rari patrimoni di cui dispone il Molise, e a differenza di ciò che è accaduto in altri territori, nella nostra regione si è registrata una storica convergenza, che ha permesso di preservare la proprietà pubblica dell’acqua attraverso la costituzione dell’Azienda Speciale “MOLISE ACQUE” a cui è affidata l’attività di monitoraggio e di gestione dalle sorgenti alle reti d’adduzione principali fino all’allaccio con le reti comunali. Salvo qualche limitatissima eccezione anche la gestione del servizio idrico con l’erogazione e la tariffazione dell’acqua ai cittadini è esercitata direttamente dalle amministrazioni comunali, nel mentre i servizi di depurazione e per le fognature sono stati messi a gara e affidati a operatori privati. I pessimi regolamenti europei e le nefaste direttive comunitarie hanno stravolto il principio naturale che l’acqua è un bene pubblico irrinunciabile, inalienabile e che non può essere mercificato, privatizzato o messo a gara. Le leggi nazionali in materia hanno recepito la normativa europea e si sono orientate verso la privatizzazione del servizio idrico integrato e nemmeno il largo pronunciamento popolare del 12 e 13 giugno 2011 in favore dell’acqua pubblica che determinò l’abrogazione dell’art.23/bis della legge 6 agosto 2008 n.133 è riuscito a invertire la rotta. Nel corso dell’ultimo quinquennio si sono moltiplicati gli episodi di messa a gara o delle grandi adduzioni dalle sorgenti ai serbatoi comunali, o della gestione del servizio idrico delle reti comunali con la fornitura e la tariffazione ai consumatori, o nella peggiore delle ipotesi della doppia privatizzazione gestionale. In questo mercato si sono inserite le multinazionali francesi e i grandi gruppi privati italiani del settore come l’ACEA o loro società controllate, incrementando notevolmente le tariffe a danno dei cittadini e intervenendo molto di rado sulla modernizzazione delle reti per contenere le dispersioni ed efficientare il sistema. In un simile contesto il Molise è riuscito a preservare la gestione pubblica evitando una deleteria speculazione affaristica su un bene essenziale per la vita delle persone. Per questa ragione lancio un appello all’ANCI e alla Lega delle Autonomie Locali di emulare l’Associazione dei Piccoli Comuni d’Italia che ha fatto pervenire alle Commissioni Consiliari un contributo sulla proposta di legge regionale n. 136/2016 inerente la gestione del servizio idrico integrato. Così come e’ importante che la Regione raccolga l’allarme dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che nel corso di una recente Assemblea del personale di MOLISE ACQUE si sono soffermati sulle pesanti criticità gestionali dell’Azienda Speciale che ha registrato una perdita d’esercizio di 11 milioni nell’ultimo triennio con una riduzione del patrimonio netto da 7 milioni nel 2014 a 3,8 milioni nel 2015, più una serie di sofferenze derivanti dal mancato introito per l’acqua fornita alle regioni contermini e ai comuni molisani. Preservare e valorizzare l’Azienda Speciale MOLISE ACQUE ed emulare la scelta del Comune di Napoli che ha costituito una società in house per gestire il servizio idrico integrato e mantenerlo in mano pubblica, questi i due obiettivi da perseguire unitariamente anche in Molise.
Campobasso, 10 febbraio 2017
Michele Petraroia