La scomparsa di Ferdinando Imposimato priva l’Italia di un Servitore dello Stato che ha dedicato la propria vita, prima in Magistratura e poi nelle Istituzioni e nella battaglia politica, ed affermare legalità e giustizia, senza farsi mai intimorire dai servizi deviati, dalla criminalità organizzata e dai potentati oscuri annidati ovunque e ai massimi livello come non si stancava mai di ripetere.
Molto legato al Molise dove aveva parenti da cui si rifugiava con piacere e discrezione per non esporli, Ferdinando Imposimato è stato uno dei protagonisti delle principali inchieste giudiziarie nazionali, dalla Banda della Magliana, al caso Moro, alla sparizione di Emanuela Orlandi fino alle scorribande di banchieri d’assalto e agli intrecci tra mafia, apparati dello Stato, politica, finanza e traffico internazionale di droga.
La camorra per ritorsione gli ammazzò il fratello a Maddaloni e lui fu costretto a rifugiarsi, sotto false generalità, all’estero per sfuggire ai tanti che lo volevano fermare.
Ho avuto l’opportunità di conoscere e frequentare Ferdinando Imposimato per un lungo periodo, condividendo con lui una serie di manifestazioni in difesa della legalità in Molise promosse a Venafro, Isernia, Campobasso e altre località.
In più circostanze abbiamo visitato Cercepiccola, un paese a cui era molto affezionato, Bojano, Termoli, Cercemaggiore, Tufara, Gambatesa e Jelsi dove si fermò insieme all’allora Procuratore Nazionale Antimafia, Lucio Di Pietro, ad intrecciare le spighe di grano in una vigilia della Festa di Sant’Anna.
Uomo schietto, lungimirante ed appassionato, aveva seguito da avvocato vari contenziosi riferiti al Molise e tra questi il collegamento navale tra Termoli e la Croazia.
Il suo coraggio, la sua lealtà alle Istituzioni e allo Stato, la sua competenza e la sua tenacia, resteranno un esempio per tutti gli italiani indisponibili a chinare la testa e per tutti coloro che hanno a cuore il rispetto delle leggi e l’affermazione della giustizia.
Sul piano personale custodirò con ammirazione i suoi insegnamenti a partire dalla sua umiltà, dalla sua semplicità e dalla sua umanità che gli consentiva di trovarsi a proprio agio dalla Corte di Cassazione ai bar dei piccoli paesi del Molise dove in tanti lo ricorderanno con affetto, stima ed amicizia.
Campobasso, 02 gennaio 2018
Michele Petraroia
[mediablender id=”28792″ name=”Imposimato, un servitore dello Stato” type=”slider” data=”sidebar” navigation=”bottom-center” description=”false” att_titles=”false” att_descriptions=”false” att_comments=”false” timer_speed=”7″]