La negazione dei diritti essenziali induce parte non irrilevante dei molisani a scaricare i propri risentimenti su movimenti di protesta o a sostegno di formazioni politiche che hanno fabbricato ad arte il feticcio contro cui incanalare la rabbia dei cittadini.
Su 60 milioni di abitanti in Italia vivono, lavorano e studiano da tempo immemore 5 milioni di immigrati a cui si aggiungono 500 mila profughi e rifugiati arrivati con l’emergenza umanitaria degli ultimi anni e stipati in centri di accoglienza straordinaria (CAS) o in misura minore in strutture SPRAR, sostanzialmente superate con i provvedimenti adottati dal Governo in carica. In pratica il numero dei migranti è mediamente inferiore a quello dei principali paesi europei, il 90% di essi è già stabilmente inserito da oltre 20 anni in Italia ed i flussi emergenziali sono crollati già dalla seconda metà del 2017.
Inutile nascondere che i morsi della peggiore crisi dell’Occidente, dopo quella del 1929, hanno causato l’impoverimento del ceto medio e lo scivolamento verso la povertà estrema di fasce sociali sempre più ampie abbandonate da politiche di austerità che hanno tagliato i fondi per le case popolari, per la sanità e la scuola pubblica, e innalzato l’età per il pensionamento riducendo sotto le soglie del buonsenso gli interventi socio-assistenziali, sul trasporto pubblico locale e sui servizi pubblici.
In questo quadro non è stato difficile scagliare gli italiani poveri contro i migranti individuati come gli untori del XXI° secolo e quindi come i colpevoli di ogni nefandezza, ritardo o omissione perpetrata da istituzioni insensibili tenute in ostaggio dagli stessi potentati finanziari che generano i flussi migratori dai paesi poveri.
Chi tenta di fermare questa ventata di xenofobia viene aggredito con inusitata violenza e le formazioni della destra eversiva non hanno esitato ad attaccare pubblicamente anche Papa Francesco con post, striscioni e dichiarazioni che incitano all’odio e allo scontro etnico.
Per tutte queste ragioni merita di essere segnalata come buona prassi la notizia che a Campobasso, domenica 26 maggio, saranno chiamati ad eleggere un proprio rappresentante anche gli immigrati che vivono in città.
Trattasi della figura del Consigliere Straniero Aggiunto già istituito in altri e più importanti centri italiani (Bologna, Napoli, Pescara, ecc.) a cui è demandato, in base ad un Regolamento approvato dal Consiglio Comunale, il compito di interagire per la risoluzione dei problemi dei migranti e favorirne una migliore integrazione sociale, culturale, religiosa e lavorativa sul nostro territorio.
Ai quattro candidati che si sono presentati per avviare questa positiva sperimentazione istituzionale vanno i migliori auguri della nostra Associazione con l’auspicio che una simile opportunità stimoli un confronto di merito di più lungo respiro ad ogni livello, sia tra le forze politiche che saranno chiamate ad amministrare Campobasso e sia nel tessuto sociale della città perchè prevalga la civiltà dell’accogliere, includere ed integrare chi ha scelto di progettare il proprio futuro insieme a noi e sul nostro stesso territorio.
Campobasso, 23 maggio 2019
La Vice Presidente
Anna Spina
La Coordinatrice
Roberta Iacovantuono