Confronto al Ministero della Pubblica Istruzione su diritto allo studio, dimensionamento scolastico, formazione permanente per gli adulti e percorsi tecnici per l’obbligo scolastico.
Si è svolto oggi a Roma al Ministero della Pubblica Istruzione in Viale Trastevere un primo confronto politico tra gli Assessori Regionali al ramo ed il Sottosegretario Gabriele Toccafondi sul diritto allo studio, sul dimensionamento scolastico, sulla funzionalità dei Centri Permanenti di formazione per gli adulti e sui percorsi triennali d’apprendimento legati al conseguimento dell’obbligo formativo a 16 anni.
Dopo l’introduzione del Sottosegretario alla Pubblica Istruzione e la relazione della Coordinatrice della Conferenza Stato-Regioni Stella Targetti, si sono registrati una serie di approfondimenti tecnici, amministrativi, finanziari e gestionali, sulla situazione in cui versa la scuola italiana alle prese con persistenti carenze d’organico, incertezze di quadro programmatorio e inadeguatezze di stanziamenti economici.
Intervenendo ai lavori il Vice-Presidente della Giunta Regionale, Michele Petraroia, ha evidenziato le problematicità aggiuntive di un territorio interno e svantaggiato in cui il diritto allo studio si scontra con difficoltà materiali inerenti i servizi basilari delle strutture, del trasporti degli alunni, del servizio mensa che si inseriscono in un contesto di polverizzazione della popolazione e di tagli persistenti agli organici e ai trasferimenti di fondi. I comuni vivono una situazione finanziaria problematica e la crisi di liquidità delle regioni e degli altri livelli istituzionali, non agevola nemmeno il rimborso dell’acquisto dei libri scolastici.
Occorre pertanto che lo Stato, il Parlamento, il Governo ed il Ministero della Pubblica Istruzione, non si sottraggano alle proprie responsabilità, e assicurino l’effettiva, solidale ed equa esigibilità del diritto a apprendere, formarsi, conoscere e studiare di tutti i cittadini italiani in modo uniforme. Organizzare il sistema scolastico in un grande centro urbano come Roma e Milano , è cosa diversa di un’area interna con una popolazione frammentata. Scaricare sulle regioni obblighi e oneri senza attribuire competenze, risorse adeguate e strumenti essenziali, è un modo come un altro per segnare una discriminazione di fatto tra realtà urbane e territori svantaggiati.
Campobasso, 23 luglio 2013
Ufficio Stampa