AUTONOMIA E COOPERAZIONE. LA REGIONE MOLISE AVVII LA SPERIMENTAZIONE DELL’ART. 117 DELLA COSTITUZIONE :
< “La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il miglior esercizio delle proprie funzioni, anche con l’individuazione di organi comuni.” >
I baccanali di fine legislatura a stento restituiranno parte del dovuto ai creditori, pubblici e privati, che a vario titolo attendono di essere pagati da mesi, o da anni come nel caso delle Pro-Loco. La Regione Molise è priva di un Direttore Generale per il mutato assetto organizzativo ma vacilla come un fuscello al vento nella strutturazione dirigenziale col principale Dipartimento scoperto da 15 mesi ( Bilancio e Personale ) e con una serie innumerevole di Servizi Dirigenziali assegnati ad interim o in supplenza. Un esiguo numero di dirigenti collezionano una molteplicità di incarichi interni, a cui vengono sommate nomine commissariali di Enti Sub-Regionali, Agenzie, Istituti o Consorzi, in un groviglio paludoso che genera inefficienze, ritardi e penalizzazioni per operatori economici, cittadini e imprese. I rilievi della Corte dei Conti sul Bilancio Consuntivo del 2016 che arriva all’esame dell’Aula con mesi di ritardo sono solo parte delle disfunzioni e dei disservizi che l’Amministrazione Regionale produce con assenze persistenti ai tavoli tecnici preparatori delle Commissioni della Conferenza Stato – Regioni, con bandi europei rimasti impigliati, fondi bloccati e provvedimenti incomprensibili come quello adottato in Giunta il 30 dicembre del 2016 sui 20 milioni assegnati dal Governo per saldare i pagamenti della mobilità in deroga. Ad oggi quei fondi sono tutti bloccati insieme ai 47 milioni del Fondo Sociale Europeo 2014-2020, a parte dei fondi ministeriali per la non autosufficienza, ai fondi del Patto per il Molise, alle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, alla gran parte dei 101 milioni del FESR 2014-2020 e a stanziamenti nazionali per opere pubbliche, dissesto ambientale e di incentivi allo sviluppo. La legislatura si chiude in modo opaco col programma elettorale del 2013 buttato via in corso d’opera, l’ostentazione del potere come unico strumento di gestione del consenso, l’avallo alle peggiori controriforme nazionali, e l’indebolimento della già fragile credibilità della Regione Molise sia all’interno che all’esterno dei confini regionali. Nel 1970 quando partì l’esperienza autonomista ben altre erano le aspettative dei cittadini e a distanza di 47 anni più che chiudersi a riccio nel Palazzo, senza anima o strategia, e più che affidarsi a promesse stellari, nostalgie sul tempo che fu, o proteste inconcludenti, sarebbe utile riflettere sui limiti strutturali del Molise, e avanzare una proposta a Costituzione invariata di cooperazione rafforzata con la Regione Abruzzo su alcune materie. In questo modo si potrebbe salvaguardare nei suoi aspetti positivi l’Autonomia del Molise ma allo stesso tempo si avvierebbe una sperimentazione capace di stimolare buone pratiche, efficienza, innovazione digitale e crescita. Basta attuare il disposto dell’art. 117 della Costituzione prima che altri cancellino con un tratto di penna il Molise.
Campobasso, 11 dicembre 2017
Michele Petraroia