Alla cortese attenzione
Commissione Parlamentare Antimafia
Presidente On. Rosy BINDI
Commissione Parlamentare Antimafia
E p.c.
Ministro dell’Interno
On. Marco MINNITI
Ministro Grazia e Giustizia
On. Andrea ORLANDO
Ministro delle Finanze
Dott. Pier Carlo PADOAN
Ministro della Difesa
Sen. Roberta PINOTTI
Prefetto di Campobasso
Dott.ssa Maria GUIA FEDERICO
Oggetto: Audizioni della Commissione Parlamentare Antimafia programmata per il 27 aprile 2017 presso la Prefettura di Campobasso. Trasmissione note documentali.
In riferimento alle audizioni programmate dalla Commissione Parlamentare Antimafia presso la Prefettura di Campobasso per il 27 aprile 2017, sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata in Molise, in aggiunta ai materiali già inoltrati quali l’interrogazione sottoscritta da n. 14 parlamentari del 20 settembre 2016 n. 4/14245, l’interrogazione parlamentare n. 4/06244 del 3 agosto 2016 a firma del Sen. Giuseppe Lumia, le Delibere del Consiglio Regionale n. 295 del 20.09.2016 e n. 311 dell’11.10.2016, si trasmettono in allegato alla presente comunicazione alcune note documentali integrative che trattano parte degli episodi più inquietanti accaduti in Molise negli ultimi anni.
Il Molise è stata la terra che ha ospitato nel comune di Rotello (CB) al confino Vito Ciancimino, l’ex-Sindaco di Palermo, e da allora ha accolto suo malgrado decine di pericolosissimi boss della mafia, della camorra, della ‘Ndrangheta e della sacra corona unita, sia nei penitenziari che sul territorio, agli arresti domiciliari o sotto false generalità come collaboratori di giustizia. Da Raffaele Cutolo, ai clan più efferati della ‘Ndrangheta, dei casalesi e delle mafie emergenti, la nostra regione, anche per contiguità geografica, si è ritrovata esposta a rischi di infiltrazione della criminalità organizzata segnalati già dalla fine degli anni novanta con interrogazioni parlamentari riferite all’esecuzione di opere pubbliche, appalti e acquisizioni di attività produttive, ed in particolare di fonderie di ghisa ed alluminio ubicate nel Consorzio Industriale di Pozzilli – Venafro.
Scatole societarie hanno reso problematico risalire agli intrecci finanziari e ai flussi di denaro riciclati sul territorio in attività apparentemente lecite, ma l’abnegazione della Magistratura e delle Forze dell’Ordine hanno consentito in molte circostanze di intervenire per perseguire i responsabili e confiscare i beni (case, imprese, ristoranti, distributori di carburante, ecc.).
In Molise si è consumata parte della tristissima vicenda di Lea Garofalo, la coraggiosa donna di Petilia Policastro (CR) che si ribellò alla ‘Ndrangheta, e sempre nelle campagne del Basso Molise morì un bracciante rumeno di 35 anni il 29 luglio 2008 che insieme ad altri clandestini veniva portato ogni giorno dalla Puglia da chi controllava e gestiva il mercato delle braccia.
Negli ultimi anni si sono intensificate le presenze dei collaboratori di giustizia provenienti dalla Calabria, collocati in gran numero nella città di Termoli anche se appartenenti a cosche rivali della ‘Ndrangheta, con il risultato che qualcuno di loro ha tentato di avviare attività criminali sul nostro territorio e/o iniziative economiche apparentemente ordinarie.
Nello stesso periodo la camorra si è ripetutamente affacciata sia in Provincia di Isernia che nell’area di Campobasso e non sono mancati esponenti di spicco dei clan più efferati inviati al confino e/o a scontare gli arresti domiciliari sul nostro territorio e specialmente nella Città di Venafro (IS).
Al cospetto del crescere degli episodi allarmanti si è progressivamente affievolito l’impegno delle istituzioni, delle forze sociali e degli anticorpi sani del territorio, lasciando quasi sempre nelle mani della Magistratura e delle Forze dell’Ordine il compito di tutelare ed affermare la legalità contrastando i tentativi di insediamento della criminalità organizzata in Molise.
Purtroppo i tagli paventati e quelli effettivamente adottati a livello nazionale per le note politiche di contenimento della spesa pubblica hanno messo a repentaglio la funzionalità e gli organici della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, con scelte che in parte sono state momentaneamente fermate come quelle riferite alla Corte d’Appello e altre che hanno visto sopprimere il Comando della Legione Carabinieri del Molise e di molti presidi delle Forze dell’Ordine come accaduto il 31 marzo con il distaccamento della Polizia Stradale di Larino (CB) che operava a ridosso del confine con i più pericolosi comuni della Provincia di Foggia quali San Severo, Torremaggiore e l’area del Gargano.
In pratica a fronte di un pericolo crescente le istituzioni sono state silenti, la società civile è tramortita da una gravissima crisi economica e sociale, lo Stato allenta la presenza sul territorio ed è sempre più alta l’esposizione all’infiltrazione mafiosa che merita di essere contrastata innalzando sia la mobilitazione delle forze sane sul territorio che potenziando gli organici di Magistratura e Forze dell’Ordine, con specifico riferimento ai corpi specializzati in materia di riciclaggio, appalti pubblici, sub-appalti, fornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione, tutela ambientale, smaltimento rifiuti tossici, produzioni energetiche da fonti rinnovabili, acquisizioni societarie, procedure concorsuali, lottizzazioni, investimenti immobiliari, e/o ogni altra e diversa attività maggiormente a rischio.
Segnalo con preoccupazione la fragilità delle associazioni che contrastano sul piano culturale il fenomeno mafioso e l’assenza di iniziative istituzionali a tutela della legalità nemmeno nei casi in cui quelle comunità sono state oggetto di episodi inquietanti, come a voler rimuovere il problema per non cimentarsi sulle cause e sulle implicazioni di tali fatti.
Più in generale la Regione Molise vive la peggiore crisi economica della sua storia dal dopoguerra, accentuatasi dal 2008 non solo per gli eventi nazionali ed internazionali che si conoscono, ma anche per il crollo della filiera tessile legata all’ITTIERRE in Provincia di Isernia, a quello della filiera avicola su Bojano (CB) e alla chiusura di 700 imprese edili e di centinaia di piccole imprese commerciali, agricole, di servizio e di altri settori produttivi.
Solo nell’edilizia il Molise ha perso 5 mila addetti su 10 mila e se a questi si sommano i 2 mila addetti del tessile, i 1500 addetti dell’avicolo e dell’agroindustria, ed i tanti dipendenti dell’indotto metalmeccanico, ne consegue un quadro disastroso che si associa alla soppressione dei servizi pubblici essenziali, al commissariamento decennale della sanità regionale, al blocco delle assunzioni nel pubblico impiego, alla crisi devastante delle Province e ai licenziamenti effettuati in tutte le attività legate ai servizi pubblici erogati da regione, comuni, comunità montane, consorzi di bonifica, enti sub-regionali, nuclei industriali, aziende speciali e istituzioni pubbliche.
La stessa Regione Molise vive una fase delicatissima e di sostanziale paralisi, se solo si pensa che nei primi quattro mesi dell’anno il Consiglio Regionale è stato convocato in pochissime sessioni procedendo all’approvazione della sola manovra di bilancio preventivo e di una sola legge sul servizio idrico integrato regionale, salvo l’adozione di due mozioni e la trattazione di qualche interrogazione consiliare, nel mentre giacciono inevase da un anno e/o da 6/10 mesi atti, istanze, interpellanze, mozioni, nomine ed interrogazioni su materie rilevanti.
Stenta a scorgersi la presenza dello Stato, sempre più distante e patrigno, nel mentre le nostre comunità ubicate in aree interne, a bassa densità demografica e con un’alta incidenza di persone anziane, sollecitano il rispetto del diritto elementare a vivere in modo dignitoso e sicuro.
Distinti saluti.
Campobasso, 21 aprile 2017
Il Consigliere Regionale
Michele Petraroia