Attilio Di Napoli, nasce a MELFI (PZ) il 4 giugno 1883, si laurea a Bologna e al suo rientro in Basilicata, da avvocato si pone al servizio dei braccianti, dei contadini e delle fasce popolari più umili. E’ tra i principali artefici delle lotte sociali e politiche nell’area del Vulture-Melfese promosse dalla Camera del Lavoro e dalla Sezione Socialista, e tra le diverse personalità di quel periodo si incrocia più volte anche con Giuseppe Di Vittorio a Minervino Murge, a Lavello, ad Atella e in altre manifestazioni che precedono la Prima Guerra Mondiale. Sindaco socialista di MELFI, pacifista e fervente sostenitore degli ideali di uguaglianza e giustizia sociale, entra in conflitto con la borghesia locale ma prosegue il proprio impegno a vari livelli a sostegno dei lavoratori e dei diseredati. Vittima di più agguati e atti intimidatori, vessazioni e tentativi di delegittimazione, Attilio Di Napoli si schiera apertamente contro il fascismo, condanna il delitto Matteotti e sconta continui controlli di polizia che in più rapporti lo identificano come sovversivo ed elemento pericoloso con un forte ascendente sulle masse popolari. Pur bloccato dai controlli serrati, Attilio Di Napoli, rimarrà uno dei principali riferimenti per l’antifascismo lucano, tanto è vero che dopo la caduta di Mussolini è tra i Ministri del Governo Badoglio, e successivamente rappresentante nell’Alta Corte di Giustizia in cui si occupa tra le altre vicende del Prefetto di Roma che passò l’elenco di parte dei fucilati alle Fosse Ardeatine. Presso l’Archivio Centrale dello Stato sono custoditi materiali e documenti preziosi su questa esemplare figura della Basilicata, da annoverare tra i protagonisti che guidarono l’Italia nel periodo più delicato della transizione dal fascismo alla democrazia dall’8 settembre al varo della Carta Costituzionale. L’anniversario della sua nascita può spronare tutti a riscoprire la coerenza, i valori e gli ideali di Attilio Di Napoli per trarne spunto anche in queste settimane dominate da crisi, preoccupazioni e timori per il futuro.
Melfi, 5 giugno 2020
Michele Petraroia