Dopo anni di omissioni del centrodestra, la Giunta Frattura è riuscita ad adottare il Piano di Dimensionamento Scolastico che ha consentito al Molise di recuperare credibilità a livello nazionale, visto che era l’unica Regione italiana a non averlo fatto.
L’Assessorato Regionale all’Istruzione ha costruito un percorso di dialogo sociale e confronto con il Provveditorato agli Studi, con l’ANCI, con le Province e con i Sindacati, per condividere le Linee Guida inserite nella Delibera di Giunta n. 277 del 17 giugno 2013, a cui gli stessi Comuni e le Province si dovevano attenere.
Una delle regole stabilite dalle Linee Guida Regionali era il numero massimo di 1.250 studenti per ogni autonomia scolastica da non superare.
Il Comune di Campobasso non ha rispettato questo parametro e ha approvato una proposta avallata anche dalla Provincia con 1.307 studenti nell’Istituto Colozza violando le Linee Guida e costringendo la Regione ad apportare un correttivo nella seduta del Consiglio Regionale del 17 dicembre 2013.
La correzione si è limitata a redistribuire gli studenti tra due Istituti di Campobasso in maniera equipollente, portando l’Istituto Colozza da 1.307 a 993 in favore della D’Ovidio che da 604 è giunta a 918. Trattasi di due Istituti della stessa città che possono pianificare con ordine e normalità la propria attività didattica assicurando ogni diritto ai bambini, ai genitori e al personale ATA. Lo scorporo del Convitto Mario Pagano dalla D’Ovidio è normale, perché il Convitto ha regole nazionali ed è una scuola autonoma che può programmare la propria attività come ha sempre fatto nella storia senza alcun danno per gli studenti e per la città.
Il 13 marzo prossimo, il TAR sarà chiamato a pronunciarsi sul ricorso del Comune di Campobasso e di alcuni genitori che, in contrasto con le Linee Guida Regionali chiedono che la Colozza superi i 1.250 studenti e che la D’Ovidio resti a 604 con l’unione anomala con il Convitto che essendo un Convitto è diverso dalle altre scuole.
L’impugnativa rischia di bloccare il Piano di Dimensionamento Scolastico con danni enormi per gli studenti e per i docenti che si ritroverebbero a vivere nell’unica Regione italiana incapace di darsi delle regole e una programmazione.
Senza il Piano non si può fare l’anagrafe per mettere in sicurezza le scuole e se il TAR accoglie il ricorso si dovranno rifare le iscrizioni e le graduatorie.
A chi giova tutto questo caos?
Non sarebbe stato più semplice rispettare le LINEE GUIDA REGIONALI e avanzare una proposta di organizzazione scolastica sotto i 1.250 studenti anziché 1.307?. E’ possibile che il Comune di Campobasso sbaglia e poi presenta ricorso al TAR?
Cosa c’è sotto e a chi giova la confusione?
Campobasso, 10 marzo 2014
Gruppo PD al Comune di Campobasso: Pietro MAIO – Antonio BATTISTA – Augusto MASSA