Alla cortese attenzione :
S.E. Ambasciatore d’Italia in Argentina
Dott. Guido Valter LA TELLA
Calle Billinghurst 2577 (1425)
Capital Federal – BUENOS AIRES
S.E. Ambasciatore d’Argentina in Italia
Dott. Torcuato DI TELLA
Piazza dell’Esquilino,2
00185 – R O M A
Ministro degli Affari Esteri
Ambasciatore Giulio TERZI di Sant’Agata
Piazza della Farnesina,,1 –
00194 – R O M A
Presidente della Commissione Affari Esteri
On. Stefano STEFANI
Palazzo Montecitorio – 00186 – R O M A
Vice – Presidente Commissione Affari Esteri
On. Franco NARDUCCI
Camera dei Deputati – Palazzo Montecitorio
00186 – R O M A
Oggetto : Padre Giuseppe Tedeschi, cittadino italiano assassinato a LA PLATA il 2 febbraio 1976. Istanza per riaprire l’inchiesta giudiziaria, sulla sua morte.
Con la presente nota chiedo di verificare la possibilità di riaprire l’inchiesta giudiziaria della Magistratura di Buenos Aires sull’assassinio del missionario salesiano molisano, Padre Giuseppe Tedeschi, nato a JELSI (CB) il 3 marzo 1934 e ucciso a 42 anni a LA PLATA ( Argentina ) il 2 febbraio 1976.
La vicenda di questo sacerdote italiano si inserisce nella tragica pagina argentina dei desaparecidos, delle persecuzioni, delle torture e dei massacri, che in quel periodo storico videro sterminare un’intera generazione con oltre 30 mila vittime. Ciò non può rappresentare una motivazione sufficiente per rinunciare a fare chiarezza, individuare e perseguire, i mandanti e gli esecutori del suo barbaro assassinio. E stante le mutate condizioni democratiche ed il diverso assetto istituzionale della Repubblica d’Argentina, una simile sollecitazione ufficiale del Governo Italiano non dovrebbe rappresentare un problema per le preposte autorità di Buenos Aires.
Dal breve profilo biografico del cittadino italiano, Giuseppe Tedeschi, si evince che nel 1950, a 16 anni, raggiunse il padre Luigi, in Argentina con la madre Maria Grazia Passarelli ed i quattro fratelli Antonio, Renzo, Michele e Filippo. Padre Josè nel 1954 entrò nel seminario di Bernal, da dove passò a Moron per l’anno di noviziato, e al termine del tirocinio nelle case salesiane di Buenos Aires e degli studi filosofici a Bernal, venne consacrato sacerdote nel 1967 e inviato come prima sede a Mar del Plata.
Successivamente la sua destinazione fu il quartiere Don Bosco di Quilmes in una delle periferie più degradate della capitale argentina. In questa baraccopoli ( Barrio di Villa Itati ) si fece povero tra i poveri, aprì una scuola a casa sua, un pronto soccorso, si adoperava per far giungere latte e generi di prima necessità, si batteva per aumentare i 18 rubinetti d’acqua che dovevano servire 40 mila persone, diede vita a un centro di assistenza contro la violenza e ad una biblioteca, accolse le fasce più emarginate ed i diseredati insegnando loro il mestiere di falegname e mobiliere. Padre Giuseppe Tedeschi si impegnò per migliorare la viabilità nel Barrio, i servizi sociali e per elevare le condizioni di vita dei cittadini di quel ghetto.
Per questa sua attività venne discriminato, isolato, diffamato, sequestrato, torturato e ucciso il 2 febbraio del 1976 a LA PLATA. Il suo corpo era talmente martoriato che nemmeno i fratelli riuscirono a riconoscerlo e si rese necessaria la verifica delle impronte digitali e del sangue per stabilire che fosse lui.
Sono trascorsi 36 anni da quei momenti, in Molise è stata attivata da diversi anni un’Associazione Sociale e Culturale intitolata alla sua memoria, nel suo Barrio di Villa Itati ricordano il suo esempio, la sua passione civile ed il suo impegno per la pace e per i diritti umani. Ed il 29 aprile 2012 è stata posta una targa a suo nome nella sua Chiesa alla presenza di una delegazione italiana che ha assistito alla funzione religiosa celebrata per lui da un sacerdote molisano Don Antonio Di Lalla e dal prete di quella parrocchia Padre Benjamin Sacchetti. Sono stati portati fiori nella fossa comune del cimitero di Avellaneda dove giacciono i suoi resti e in tanti hanno chiesto giustizia per Padre Josè.
Mi appello al Governo e al Parlamento Italiano, e all’Ambasciatore della Repubblica Argentina in Italia, che ha origini molisane, così come il Vice-Presidente della Commissione Affari Esteri, perché si accerti la possibilità di riavviare un’inchiesta giudiziaria che aiuti tutti a comprendere chi ordinò e chi eseguì il suo assassinio.
Distinti Saluti
Campobasso, 2 luglio 2012
Michele Petraroia