CGIL-CISL e UIL nella loro Piattaforma per il Lavoro in cui giustamente chiedono l’avvio di un confronto con la Giunta sul Piano di Sviluppo Regionale individuano un percorso di metodo e di merito che agevoli la ricerca di soluzioni possibili per le aziende in crisi e utilizzi al meglio i nuovi fondi europei 2014-2020 per disegnare un nuovo modello produttivo per il Molise. Queste sollecitazioni potranno trovare prime risposte positive nella stesura di un Contratto di Sviluppo col Governo che riconoscendo l’Area di Crisi nel Distretto Bojano-Isernia-Venafro agevoli investimenti sulla filiera del tessile e sulla filiera avicola appostando risorse aggiuntive europee come quelle del FEG e dei PON, e stanziamenti aggiuntivi nazionali predisposti per le sole aree di crisi sulle quali si sono stipulate Intese tra le parti sociali, il Ministero dello Sviluppo, le comunità locali e la Regione. L’offerta ultima pervenuta per l’ITTIERRE, se valutata congrua dal Tribunale di Isernia, potrà rappresentare una delle risposte in questa cornice di pianificazione industriale, perché sussiste la possibilità di incentivare anche le altre e diverse proposte, non in una logica che esclude ma al contrario in una programmazione inclusiva che sappia rilanciare l’idea di un Polo Tessile che si fonda su più imprese e su più marchi capaci di valorizzare i mille addetti dell’IT Holding Spa in liquidazione. La stessa ipotesi di Consorzio di Cooperative su cui sta adoperandosi la Confcooperative, di concerto con Legacoop e AGCI, che intende rilanciare la filiera avicola potrebbe beneficiare del riconoscimento dell’Area di Crisi e trovarsi inserita in un Accordo di Programma comprensivo di aiuti alla capitalizzazione societaria, facilitazione nell’accesso al credito, abbattimento degli interessi e sostegni alla commercializzazione attraverso il coinvolgimento della rete dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e del Ministero del Lavoro guidato da un figura che rappresenta le esperienze e le opportunità del modello della cooperazione. Sul fronte del metalmeccanico le imprese del Nucleo di Pozzilli potrebbero accedere agli stessi benefici derivanti dal riconoscimento dell’Area di Crisi, anche verificando le ricadute sull’indotto dell’auto connesse con la recente visita di Marchionne agli stabilimenti FIAT-FCA di Pratola Serra e di Termoli in cui si è impegnato a garantire investimenti e sviluppo. Il Molise è inserito geograficamente al centro della rete degli impianti FIAT di Cassino, Melfi, Pomigliano e Sevel Val di Sangro, e con al massimo una o due ore di spostamento le aziende dell’indotto potrebbero fornire pezzi da assemblare. Ma per risolvere il dramma del lavoro in Molise, non serve un Assessore o l’altro, bensì una maggioranza coesa e un governo regionale stabile e duraturo. A tal proposito ribadisco la mia disponibilità ad operare su questi temi da consigliere !
Campobasso, 16 marzo 2014 Michele Petraroia