Adolescenti a cui apparentemente non manca nulla. Ragazzi nel fiore della giovinezza cresciuti tra mille attenzioni da famiglie premurose e attente.
Eppure con sempre maggior frequenza all’improvviso e senza che facciamo in tempo a scorgere il benché minimo malessere, scelgono il buio e ci lasciano muti, feriti, attoniti. Restiamo storditi, smarriti e cerchiamo nel labirinto della vita qualche spiegazione ponendoci un’infinità di domande. Veniamo assaliti da incubi, timori e sensi di colpa, per non aver capito in tempo, per non esserci accorti di nulla e di aver limitato il nostro sguardo solo alla superficie. Perché non abbiamo scrutato con più forza?
Come mai un adolescente teme la Primavera della sua esistenza fino al punto da premere un pulsante e ibernarsi nell’inverno più gelido allontanandosi verso un ignoto di cui tanti hanno dissertato ma nessuno conosce? Perché tanta fragilità e tanta assurda violenza contro se stessi?
E’ la società troppo selettiva, sono i falsi idoli del nostro tempo, è la fobia del sentirsi inadeguati o cos’altro spinge la mente di un ragazzo/a a privarsi del bene più prezioso che ha?
Non ho risposte a questi interrogativi ma non intendo girare lo sguardo con indifferenza da un’altra parte. Non conosco sul piano scientifico il che fare, ma provo a spingere tutta la società a fermarsi un attimo a pensare e a stringersi in una riflessione collettiva per capire se ci sono messaggi rassicuranti, segnali impercettibili o azioni da promuovere tutti insieme, per tranquillizzare i giovani, gli adolescenti ed i ragazzi, per spronarli ad avere fiducia in se stessi e a non temere il domani.
Non c’è niente di più bello, di infinitamente grande e di più prezioso dei nostri ragazzi. Aiutiamoli in qualche modo. Non so come ma proviamo a fare qualcosa!
Campobasso, 11 aprile 2018
Michele Petraroia