Per una strana ed inspiegabile coincidenza, due straordinarie personalità del nostro Molise, terranno nelle prossime 24 ore delle iniziative culturali nelle proprie comunità per alzare lo sguardo sul cammino che è alle loro spalle. Questo pomeriggio a Capracotta e domani sera a Ripalimosani, ci si potrà soffermare su uno spaccato di storia che a cavallo del millennio, corre dal fascismo ai nostri giorni, passando per la seconda guerra mondiale e per gli intrecci di una terra sospesa, fin dall’Unità d’Italia, tra emigrazioni e speranze. Basta scorrere il libro autobiografico del Notaio Michele Conti, una delle figure più determinate dell’Alto Molise, per incappare in racconti che affondano nel tempo come nel caso della collaborazione tra suo padre e Tommaso Mosca, uno dei Parlamentari del Regno d’Italia, nati e vissuti a Capracotta. L’attività dell’industria boschiva che spinse il padre a lasciare un impiego sicuro a Roma presso la Corte dei Conti per trascorrere la propria esistenza nei boschi della sua terra, è un elemento che spinge a riflettere sui mutamenti economici e sociali che hanno stravolto il Molise nell’ultimo secolo, lasciando inalterato il legame viscerale che ogni molisano prova per la propria comunità. Nessuna distanza ha potuto annullare l’attaccamento di Massimo De Vita con la sua Ripalimosani, né l’amore per il teatro, i successi artistici a Milano, o la collaborazione con i principali esponenti della cultura italiana, hanno fatto venir meno il desiderio di tornare a casa, respirare i sapori del dialetto locale o cimentarsi in attività teatrali con i suoi concittadini, o nel tempo con la casa famiglia di Casacalenda o con il centro per recupero dei tossicodipendenti di Termoli. Massimo e Michele, il primo che domani sera sarà abbracciato dai ripesi ed il 28 presenterà una traccia dei suoi ricordi, ed il secondo che ha scelto come il padre di farsi assegnare la sede notarile più vicina a Capracotta per mettersi a disposizione della sua comunità, per lottare, proporre e difendere, con un pensiero laico e riformista, un territorio di cui si sente parte e che vive con un attaccamento identitario incredibile. Ottanta primavere per entrambi, passate nel comune più alto della catena degli Appennini o all’ombra del Duomo della capitale morale d’Italia, ma con la stessa tempra, lealtà, passione e determinazione laboriosa, che i molisani sanno esprimere con una caparbietà e rara riservatezza. Due storie di vita di due persone che non si conoscono ma che hanno molti tratti in comune, e con cui ho avuto la possibilità di condividere idee, progetti, percorsi o eventi. E per me sarà bello sentirmi parte dell’orgoglio di Capracotta e di Ripalimosani quando si stringeranno intorno alle emozioni di Michele e Massimo, perché quel loro cammino è in realtà il percorso del nostro Molise più autentico, quello temprato dalla sofferenza, piegato ma mai sconfitto, quello che è capace di superare ogni avversità e di rialzarsi in piedi per continuare a sfidare i numeri che lo condannano, le leggi dell’economia e le previsioni nefaste delle innumerevoli Cassandre che ne hanno tratteggiato la scomparsa più volte, e più volte sono state costretti a ricredersi. Un abbraccio a nome di tutta la comunità molisana a Michele Conti e a Massimo De Vita, con un grazie semplice ma profondo per tutto l’amore che hanno donato alla nostra terra.
Campobasso, 23 luglio 2016
Michele Petraroia
locandina Capracotta 23.07.2016locandina Ripalimosani 24.07.2016