“La Fortuna NON E’ un dispositivo di SICUREZZA”
Le meritorie manifestazioni promosse dall’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro a Macchiagodena (IS) e a Campobasso si inseriscono virtuosamente negli eventi della 65° Giornata Nazionale per le Vittime sul Lavoro che l’ANMIL organizza, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in tutte le province italiane nella seconda domenica di ottobre, fin dall’immediato dopoguerra. L’obiettivo della manifestazione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, le imprese, le parti sociali, il mondo della scuola, la chiesa e le istituzioni, sul tema della prevenzione e sulla cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, al fine di porre in atto ogni misura di salvaguardia finalizzata a garantire l’incolumità a ciascuna persona che lavora. La materia è disciplinata dal Testo Unico n.81/2008 e rinvia ad una serie di Enti l’attività ispettiva, di vigilanza e controllo, che vengono coordinati a livello regionale in uno specifico Comitato di Coordinamento in cui sono presenti l’Ispettorato del Lavoro, l’ASREM, i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di Porto, l’INAIL, i rappresentanti sindacali, le organizzazioni imprenditoriali ed altre istituzioni pubbliche. Non sempre gli Enti preposti a svolgere la propria attività hanno risorse sufficienti o dotazioni organiche adeguate. E non di rado nelle aree marginali e nei territori più fragili si registrano le sofferenze maggiori con connesse criticità organizzative. A ciò va sommato il calo di tensione sul tema della sicurezza dell’ultimo decennio che scaturisce da una crisi economica che ha allentato l’attenzione sociale sul fenomeno, salvo le fiammate emotive alzate in occasione di lutti sul lavoro, ed ha indebolito l’azione istituzionale per provvedimenti strutturali, efficaci e tempestivi. In un contesto simile in cui la cultura della sicurezza viene posposta alle regole del mercato, alla concorrenza al ribasso e alla competitività a tutti i costi, l’ANMIL ha svolto e svolge una preziosa funzione di testimonianza richiamando tutta la società a restituire valore alla vita e senso alla parola solidarietà da praticarsi in favore dei mutilati, degli invalidi sul lavoro e dei superstiti. Non si può scambiare il diritto degli orfani e dei superstiti ad accedere a misure di salvaguardia garantite dalla legge con i sentimenti di umanità, ammirevoli ma caritatevoli, della comunità o degli amministratori del luogo in cui accade un evento luttuoso. Questi principi non sono negoziabili e vanno riaffermati come senso generale di una società civile avanzata recuperando un vistoso arretramento culturale ed un cedimento alle logiche di mercato dell’ultimo ventennio. La vita di una persona non ha prezzo e non c’è somma che possa restituire ad una famiglia un componente che cade vittima sul lavoro. Il Molise sta pagando un tributo altissimo in questo pessimo 2015 in particolare nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia, ma non bisogna arrendersi al fatalismo o cedere all’emotività. Al contrario vanno individuate insieme alle imprese, ai sindacati e a tutta la società e le istituzioni pubbliche coinvolte, le misure formative, educative ed i dispositivi utili a fermare le morti sul lavoro.
Campobasso, 11 ottobre 2015
Michele Petraroia