NON SERVE AI CITTADINI E NON AIUTA L’ITALIA!
Da qualche anno, come sovente capita all’Italia, si è passati dalla sussidiarietà, dal decentramento, dal federalismo e dall’autogoverno dei territori ad un’idea neo-centralista sostenuta con accanimento dai mercati finanziari che attraverso la propria stampa alimentano il discredito del malgoverno locale per fomentare la delegittimazione degli amministratori ad ogni livello e far rimanere i cittadini privi di qualsiasi rete di tutela istituzionale e di coesione solidale regionale.
Nel mentre il dibattito nazionale, dalla fine degli anni ottanta e fino alla grande crisi finanziaria del 2008, è ruotato sui mutamenti costituzionali che hanno equiordinato i comuni, le province e le regioni allo Stato, si registra, dopo il crollo delle borse dovuto alle bolle speculative di un capitalismo selvaggio e senza regole, la necessità di recuperare soldi per ripagare i debiti alle banche e si opta per tagli devastanti allo Stato Sociale.
In questa ottica venne imposto il pareggio del bilancio dall’Unione Europea e l’abbattimento del debito pubblico con una cura da cavallo che attraverso il patto di stabilità ha soppresso conquiste di civiltà, diritti, tutele e protezioni.
Una strategia chiarissima porta all’ipotesi di commissariare gli Stati Sovrani come la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e ora l’Italia che si sottraggono alle imposizioni dei mercati finanziari. La sovranità popolare viene esautorata e sostituita da tecnici, esperti e commissari che rendono conto del proprio operato non ai cittadini ma alle regole dei mercati internazionali, delle borse, dello spread e delle transazioni finanziarie.
In un clima da giungla i singoli Stati Sovrani sono indotti a cancellare la democrazia, a svuotare di poteri i territori, a ridurre le assemblee elettive, a cancellare le province, a umiliare i comuni e a porre sotto assedio le regioni accentrando i poteri ed i soldi in pochissime mani a livello nazionale così da bloccare con più facilità ogni uscita ritenuta non necessaria.
Se questo è l’obiettivo di razionalizzazione, semplificazione e accentramento perseguito e voluto dai super tecnici europei e imposti all’Italia, si eviti alle regioni l’agonia lunga e angosciosa riservata alle province. Si eviti una lunga campagna diffamatoria che mira a screditare le rappresentanze delle regioni per giustificare il loro superamento istituzionale.
Si prenda atto che i livelli decentrati vanno superati e si proceda riassegnando allo Stato quelle competenze, ma si dica con chiarezza ai cittadini, tolte di mezzo prima le province e poi le regioni, a chi compete organizzare i servizi pubblici, rispondere ai bisogni sociali e garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria.
O nel disegno si mira in realtà a sopprimere o ridurre i servizi pubblici e non solo gli enti locali e le regioni?
Campobasso, 15 luglio 2014
P/il Coordinamento Regionale
Michele Nardolillo
Daniela Di Carlo
Roberta Iacovantuono