Questo pomeriggio, nonostante le precarie condizioni di salute, ho accolto l’invito della struttura di accoglienza di Petacciato in cui sono arrivati n. 87 profughi e rifugiati, per lo più donne e bambini provenienti dall’Africa, per offrire un saluto, aiutare a stemperare le tensioni e favorire l’avvio di un dialogo tra i migranti, le comunità locali e gli operatori che gestiscono l’ospitalità. I rilievi sul modello emergenziale avanzati pubblicamente dagli amministratori comunali di Petacciato che lamentano il mancato coinvolgimento nell’attivazione del centro di accoglienza meritano di essere approfonditi nel merito per individuare insieme presso il tavolo di coordinamento della Prefettura di Campobasso ogni possibile soluzione. Contestualmente vanno rasserenati i profughi con progetti inclusivi di socializzazione e apprendimento mirato della lingua italiana da promuovere insieme ai volontari ed eventualmente al Centro Territoriale Permanente dell’Ufficio Scolastico Regionale di Termoli. Spetta al Ministero degli Interni potenziare la vigilanza sul territorio interessato per garantire il normale prosieguo delle attività economiche locali a partire dalle attività turistiche in via di approntamento sulla costa molisana per la stagione estiva. Con senso di responsabilità e spirito di collaborazione si può aprire un confronto tra le parti che tenga conto delle diverse esigenze e delle diverse posizioni con l’obiettivo di giungere ad una sintesi condivisa che non danneggi nessuno. E’ indubbio che il modello emergenziale della gestione dei flussi dei rifugiati da parte del Ministero degli Interni è sbagliato, ma al momento più che alimentare le contrapposizioni è preferibile ricercare le soluzioni, per la semplice ragione che la responsabilità non può essere imputata ai profughi e ai migranti. Per questo mi permetto di lanciare un appello al dialogo che aiuti tutti a superare i contrasti affrontando i problemi e individuando mediazioni possibili.
Campobasso, 2 giugno 2014
Michele Petraroia